La storia della settimana

Nonno Rosario ha compiuto 100 anni

Gela -C’è un altro cittadino centenario a Gela. Si chiama Rosario Salinitro ed è il padre dell’arch. Francesco Salinitro, già assessore del Comune di Gela. Cento anni di vita di un uomo sono un archivio formidabile di esperienza, di competenze, di emotività. Quando poi questo patrimonio ti appartiene e ce l’hai accanto, è ancora più prezioso.

“Mio padre ha cento anni – racconta il figlio Francesco – ieri abbiamo gioito insieme, intorno a lui canti, balli,e cibi, ma io che gli avevo appena rasato la barba consideravo quel gesto il più importante di tutti, Un servizio che compio ormai da qualche mese e che ormai è divenuto un rito che attende con ansia. Così un gesto che compie da quasi un secolo, ora gradisce che sia suo figlio a farlo e così, la semplice rasatura del viso, diventa un pretesto per una vicinanza più profonda. In quei momenti si affollano pensieri e ricordi per entrambi che si congiungono e si materializzano in un tenero gesto, quando mi sfiora il braccio e mi sorride.

Ricordo i giri insieme nelle diverse contrade (fianobili, minghira, zai, palardia), le vigne e le vendemmie, il grano e la mietitura, gli ulivi e la raccolta, ma soprattutto il cotone che mi piaceva immaginare come una distesa sterminata per percepire come poteva apparire, qui da noi, un campo innevato, in un luogo dove non è mai nevicato. Ricordo l’Orlando Furioso posto perennemente sul comò, la storia dei Paladini di Francia, Orlando Rinaldo, Gano di Magonza e tanti personaggi vividi nei suoi racconti e di quelli del nonno. Ma gli piaceva leggere anche altro: la cura con le erbe, l’astronomia e il dubbio razionale su tutto.

Ricordo il racconto delle battaglie civili dell’immediato dopoguerra, l’amarezza per produzioni che al momento della vendita volatilizzavano il cui ricavato a stento copriva i costi di produzione, ricordo l’ansia per l’acqua sempre insufficiente a dissetare i terreni e l’albero di fichi a Feudo Nobile che lui e suo fratello mancato a pochi mesi dal centeneraio piantarono al momento della mia nascita.

Mi rimangono indelebili nella memoria le sere da piccolo con mia madre che legge la storia di Genoveffa, mio padre accanto a lei ed io sul suo petto ad ascoltare in silenzio ciò che poteva essere un film.

Ma il più grande insegnamento è, senza dubbio, l’onestà, il rispetto per gli altri, l’importanza del lavoro e della fatica. Il rispetto per la povertà e per chi ha bisogno. L’amicizia.

Grazie papi, buon compleanno”. 

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