AttualitaLa storia della settimana

Antonio Canepa, il siciliano che ha combattuto il regime fascista durante la Guerra.

Storia riscoperta dall’artista Roberto Tascone con un'opera d'arte.

La Sicilia è un terra ricchissima. Per secoli è stata definita il “paradiso” di Federico II di Svevia, re estasiato dal bellissimo patrimonio naturale, artistico e culturale siciliano.

Tanti altri come lui rimasero incantati dalla nostra amata Sicilia, e ne scrissero la storia, costituendo un tesoro di cui non possiamo dimenticarcene.

Ciò che desideriamo per questo personaggio, è una collocazione che possa renderlo un simbolo visibile per tutti. Rappresenta una storia ormai fin troppo messa da parte, quella di una Sicilia violentata. Dovrebbe essere, invece, uno dei termini fondamentali della nostra identità” spiega Paolo Scicolone, esponente del Movimento Gran Sicilia.

Sappiamo, infatti, troppo poco dei fatti accaduti, ed oggi cercherò di rispolverare per voi lettori un pezzo importante della nostra storia, a partire da un’opera realizzata dal maestro Roberto Tascone.

Vi presento Antonio Canepa.

Italia, epoca del fascismo.

E’ il 1941. Mussolini detto il “duce”, decide di rimuovere tutti i siciliani dagli uffici pubblici per rimpiazzarli con gente del Nord.   Lo Stato teme apertamente una Sicilia indipendente.

A breve cominceranno a circolare degli opuscoli clandestini nelle stradine siciliane. Portano con sé il messaggio di una lotta sociale e politica: i siciliani non sono mai stati del tutto fascisti, e lo dimostreranno con una netta opposizione al governo.

Uno di questi pamphlet è intitolato “La Sicilia ai siciliani” ed è firmato con il nome di Mario Turri.

Turri, però, non è altri che lo pseudonimo di Antonio Canepa, un giovane professore palermitano che ha deciso con tutte le sue forze di contrastare le politiche che per troppo tempo hanno ingiuriato la sua terra. Il suo obbiettivo è quello di far cadere Mussolini, di ridare libertà alla Sicilia.

La sua è una storia ricca di colpi di scena, che poco ha a che fare con il brigantaggio o la figura del famoso Turi Giuliano. Canepa si formò, infatti, come uomo di legge (si laureò in giurisprudenza nel 1930), e rimase vicino al comunismo , attenzionando soprattutto i giovani.

«La Sicilia si è trovata male sotto qualunque governo che non fosse siciliano (…) non si può continuare come per il passato. Per noi siciliani è questione di vita o di morte. Separarci o morire».

Vita o morte. In questo dilemma si è riversata, appunto, la vita tutta di Canepa, destinato a morire in un falso incidente stradale a Murazzu Ruttu (Randazzo) che gli costerà l’insabbiatura della sua storia, ancora oggi celata da moltissimi dubbi, ma di grande valore.

Negli anni è stato anche docente di dottrine politiche presso l’università di Catania, dove – nonostante il precedente arresto e la chiusura in manicomio a causa di un colpo di stato fallito – ha scelto comunque di muoversi tra le fila dell’opposizione, e condurre così un intero esercito clandestino. L’EVIS, esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia.

La sua figura è stata frutto di molti misteri. Si racconta persino che abbia collaborato con i servizi segreti britannici, e che abbia tentato di uccidere Mussolini facendolo saltare in aria in un attentato anch’esso fallito.

Operare sempre per la Sicilia, in maniera segreta ma senza paura. Era la sua attività principale. Per questo, dopo essersi falsamente dichiarato fascista, scrisse numerosi libri che da una parte elogiavano lo stato di Mussolini, e dall’altra contenevano oscure citazioni antifasciste e di opposizione.

Il suo eco infatti non si è mai fermato ai pochi eventi del passato, ed oggi viene nuovamente onorato da un’opera d’arte che vuole essere il simbolo di una Sicilia ancora misteriosa e da scoprire.

Per me Canepa ha il gusto della libertà. È questo suo carattere indipendente che onoro soprattutto della sua personalità” dice Tascone.

La collocazione del mezzo busto, istituzioni permettendo, dovrebbe essere quella dello splendido Palazzo d’Orleans a Palermo. Si attendono ancora delle risposte da parte degli assessori, che purtroppo non sono ancora sopraggiunte, affinché Antonio Canepa possa finalmente riprendere vita nei cuori di molti siciliani.

Nota autore: Che i simboli della nostra terra possano  avere il giusto valore e il posto che meritano, essere pienamente riconosciuti senza pregiudizi, come importanti elementi della nostra identità storica.

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