Odissea di un cittadino sequestrato da un Covid che non c’è….
Gela – Abbiamo raccolto la testimonianza di un cittadino dichiarato positivo per errore e segregato in casa per 17 giorni con la moglie, mentre parenti e colleghi si precipitavano a contrallarsi…..pee un Covid che non c’era. Storie di confusione ordinaria al tempo del Covid.
“Sono Giacomo Scaglia e voglio raccontare un caso di malasanità nei miei confronti e di mia moglie, in merito al COVID 19.
A causa di un’ intossicazione avuta il giorno 11 novembre con febbre fino al 13 novembre e, preoccupato per la pandemia che e’ in corso, il giorno stesso ho richiesto tramite il mio medico di famiglia, la prenotazione all’Asp di Caltanissetta, del tampone.
Nel pomeriggio ho chiamato telefonicamente l’ Asp per avere notizie su quando sarebbe avvenuto il prelievo a domicilio: ho spiegato i motivi dell’urgenza legata al contatto con i miei familiari, amici e colleghi di lavoro coinvolti nella vicenda. Mi hanno assicurato che il tampone sarebbe stato prelevato entro il 15 novembre ma non è avvenuto cosi. Il
giorno dopo ho richiamato l’Asp per sollecitare il motivo dell’urgenza visto che parecchie persone aspettavano l’esito del mio tampone. Mi hanno risposto che in serata sarebbero venuti ma non si è visto nessuno.
La mattina del giorno 17 novembre ho richiamato l’Asp, sempre spiegando l’urgenza e che sono in ritardo di 4 giorni per farmi il prelievo al mio domicilio. Chi ha risposto, adopo aver controllato la mia pratica, mi dice,se volevo di recarmi alla postazione mobile sito alla Zona industriale di Gela per effettuare il prelievo del tampone.
Mi reco subito con mia moglie sul posto che mi è stato indicato ed ho trovato una postazione mobile della croce rossa che effettuava tamponi. Ho chiesto alla responsabile infermiera se poteva effettuare il prelievo su ordine dell’asp di CL, ho fornito le mie generalità ed ho spiegato l’urgenza e il ritardo. L’infermiera mi ha detto di no al prelievo del tampone, perché non ero inserito nell’elenco dei tamponi da seguire.
Chiamo l’Usca di Gela, e parlando con la dottoressa, e spiegando tutta la mia situazione, mi dice di passargli l’infermiera responsabile ,questa dopo una breve conversazione con la dottoressa, si oppone a farmi il prelievo del tampone , la dottoressa mi dice attendere sul posto;
Un’attesa durata dalle ore 11:30 alle ore 12:00, quando arriva la risposta di poter procedere al prelievo del tampone, seguito il prelievo
L’infermiera mi dice che potevo andare, e se nell’arco di 30min. Non mi chiamavano ero negativo;
Il tempo di arrivare a casa non più di 15min. Ricevo la chiamata da parte dell’infermiera che mi invita di ritornare alla postazione mobile. Arrivati lì mi comunica che l’esito del tampone rapido è positivo, quindi procede al prelievo del tampone molecolare, che avrei avuto l’esito dall’asp di CL, preciso che non mi ha rilasciato nessuna documentazione del prelievo del tampone rapido risultato positivo.
A questo punto comunico a tutte quelle persone e in particolare i miei familiari con cui sono stato in contatto, che sono stati eseguiti i tamponi con esito negativo. Il problema resta aperto per mia moglie, che essendo a stretto contatto con me era in quarantena secondo la procedura.
Il giorno 20 novembre faccio richiesta del tampone a domicilio all’asp di CL tramite il medico di famiglia.
Il giorno 21 alle ore 14:45 ricevo una telefonata da parte dell’asp di CL: mi chiedono il motivo della richiesta del tampone per mia moglie , gli ho risposto che in il 17 novembre sono stato sottoposto al tampone rapido presso una postazione mobile dell’asp di CL , e mi hanno comunicato verbalmente il risultato positivo. Il dipendente dell’Asp controlla la mia pratica, e mi dice che nel prelievo del tampone molecolare effettuato il giorno 17 l’esito è negativo.
Sono rimasto scioccato in quanto tutti i tamponi eseguiti a pagamento inutilmente, di tutte quelle persone che sono stato in contatto , e mia moglie che già era messa in quarantena,
Gli ho detto se poteva annullare la richiesta del tampone di mia moglie, anzi mi prenota un altro tampone da ripetere, insisto in quanto è assurdo tutto questo, mi convince dicendomi che entro 24ore venivano a fare i prelievi del tampone al mio domicilio, gli chiedo se potevo avere l’esito del tampone molecolare eseguito il 17 tramite e-mail, e mi viene inviato, ed ho notato che l’esito del tampone molecolare porta come data 18 novembre e mi è stato trasmesso il 21.
Voglio precisare che se l’esito del tampone fosse stato comunicato in tempo reale tutto ciò non sarebbe avvenuto.
Dal giorno 22 novembre in cui dovevano fare tamponi ad oggi 28 non si è visto nessuno, nonostante chiamo telefonicamente tutti i giorni l’asp di CL, mi rispondono che hanno inoltrato il sollecito e rassicurandomi che verranno nel pomeriggio. Un altro sanitario mi dice che dipende da GELA
Un altro ancora mi dice di aspettare.
È assurdo tutto questo. Io e mia moglie stiamo bene, in salute non abbiamo avuto sintomi di covid 19 ,e che dal giorno 11 novembre a oggi 28 che stiamo rimasti a casa senza uscire isolati da tutti compresi i figli, privandoci di tutto, con disagi seri. SEQUESTRATI IN CASA. QUESTA È MALASANITÀ”.