Archeologia e storia del territorio gelese

Gela. Randagi alle Mura e i misteriosi visitatori notturni descritti dall’assessore Malluzzo.

Il finto rilancio d`immagine e adesione a progetti di promozione culturale tra randagi ,incuria e siti archeologici non fruibili .

Attraverso una missiva inviata al Comune di Gela, il Direttore del Parco archeologico di Gela, Luigi Gattuso, ha comunicato all’amministrazione comunale, l’intenzione di chiudere il Parco archeologico delle Mura Timoleontee.
La decisione è stata presa a causa dell’eterna e cronica presenza di cani randagi all’interno dell’area archeologica e la chiusura si impone al fine di preservare l’incolumità dei visitatori. Oltre ad essere precluso alla semplice visita il Parco delle Mura, si corre il rischio di veder annullati gli eventi previsti per la stagione estiva.

Proprio oggi si sono svolte nel parco le mini olimpiadi di atletica leggera, lo svolgimento dell’iniziativa è stato reso possibile grazie alla presenza di personale di una società specializzata nell’accalappiamento dei randagi. La presenza di personale specializzato è un deterrente per i randagi? Sono così intelligenti da distinguere l’uomo per le sue mansioni, oppure è stato un azzardo permettere lo svolgimento delle mini olimpiadi nonostante la presenza dei randagi? Resta il fatto che non appena questa iniziativa sarà conclusa, le mura rimarranno chiuse.

I randagi, da anni, sono una presenza endemica all’interno del parco, viene da chiedersi allora in che modo è stato possibile che vi si siano svolti diversi eventi.

Alle problematiche create dalla presenza dei randagi, bisogna aggiungere un generale stato di scarsa manutenzione del sito e l’indisponibilità dei servizi igienici, dovuta al malfunzionamento di un motorino dell’acqua. Quasi sicuramente in occasione dello svolgimento di eventi, i servizi igienici devono funzionare e l’assenza di cani randagi deve essere garantita, perché allora solo in queste occasioni speciali non ci sono problemi per l’ingresso e quando si tratta di ospitare visitatori, sempre ci sia personale di custodia disponibile, si rischia la chiusura del sito? La collaborazione tra amministrazione comunale e direzione del Parco archeologico di Gela, è fruttuosa solo per gli eventi estivi? La prospettiva di annullare la stagione degli eventi estivi ha prodotto l’immediato interessamento dell’assessore al turismo, sport e spettacolo, con delega ai rifiuti, Cristian Malluzzo.

L’assessore si è subito reso disponibile per trovare una soluzione :”Vogliamo assolutamente scongiurare quella che è la chiusura del Parco archeologico di Gela , in tutti i sensi“. Precisiamo che non di Parco archeologico di Gela si tratta , ma di Parco delle Mura Timoleontee , il primo è un ente, il secondo un’area archeologica.

L’assessore ha fiducia in una rapida e definitiva soluzione del problema. Sarà una società catanese, già contattata, fornita di mezzi particolarmente efficaci per il contrasto del randagismo, e la stessa dovrebbe riuscire li dove ha fallito ogni tentativo di cattura, messo in atto nelle ultime settimane.

Quali sono le cause della continua presenza di randagi all’interno dell’area archeologica? Ce lo spiega L’assessore Malluzzo: “La recinzione esterna del Parco archeologico di Gela presenta diverse discontinuità e rotture che giornalmente vengono chiuse dai responsabili del parco e che vengono aperte la notte da visitatori.

Aperte da visitatori? Le dichiarazioni dell’assessore Malluzzo, come spesso capita, necessitano di particolare attenzione, di attenta verifica e non di rado, non essendo possibile venire a capo di termini e concetti espressi, vanno interpretate formulando ipotesi e congetture. L’assessore riporta : “recinzione, le cui falle vengono riparate giornalmente dai responsabili del parco“. Vista l’ambientazione, sembra più la descrizione di un eroica resistenza contro un assalto alle mura, in questo caso si, che giornalmente si producevano brecce che dovevano essere riparate.

Il Parco archeologico di Gela, a malapena possiede personale di custodia, che se non disponibile per qualche ragione, può pure essere causa della mancata apertura del sito, figuriamoci se possiede responsabili della manutenzione che giornalmente riparano la recinzione, la stessa che poi, regolarmente ogni notte viene riaperta da “visitatori” .

Ma cosa intende l’assessore per visitatori? I randagi? Curioso usare il termine “visitatori” per indicarli, anche ammettendo per un attimo di avere a che fare con animali particolarmente intelligenti, non ce li vediamo i cani ad usare attrezzi per riaprire la rete, a meno che i “responsabili del parco” che, secondo quanto riportato dall’assessore, giornalmente riparano la rete, non lo facciano utilizzando salsicce e fette di carne.
I visitatori sono soggetti romantici che amano visitare i siti archeologici la notte? Bisognerebbe chiederlo all’assessore Malluzzo, se si tratta di persone a questo punto occorre , oltre ad un accalappia cani , un guardiano notturno fisso e vigile.
Il problema dei randagi in aree archeologiche non è un’esclusiva gelese, ma non si sente di chiusura della Valle dei Templi o dell’area archeologica di Selinunte per lo stesso problema, eppure sono siti di enorme grandezza, soprattutto se comparati al parco di Capo Soprano; non è che a Gela, forse, abbiamo un problema generalizzato e diffuso con i randagi, problema sempre preso sotto gamba, che non si riesce a risolvere.
La questione randagi è diventata dunque una criticità cronica dei nostri siti archeologici, spesso chiusi a causa di questo problema, eppure si continua a fare campagne di promozione culturale e d’immagine, si aderisce a tutti i progetti e si montano campagne di propaganda, queste si, giornalmente.
Diventa sempre più complicato spiegare a chi ci amministra, che prima di promuovere, sarebbe buona pratica curare ciò che si va a proporre. Le aree archeologiche gelesi, quelle attrezzate per la fruibilità, sono in stato di quasi abbandono, le altre lo sono in totale.
Smettetela di fare solamente annunci al mondo, di preoccuparvi solo di organizzare e garantire eventi, quasi sempre funzionali a fornire di una facciata di laboriosità il vostro scarso impegno.
Occupatevi seriamente di recuperare le emergenze culturali locali, non serve a niente andare a passeggiare alla Borsa Internazionale del Turismo a Milano, se poi le aree archeologiche sono nel degrado, ed insieme a loro chiese e palazzi storici, pontile al lungomare e Torre di Manfria, quest’ultima simbolo dell’inconcludenza e dell’indifferenza, venduta come amore per la città, di questa amministrazione.
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