Archeologia e storia del territorio gelese

Mostra su Ulisse: serio impegno per la rinascita culturale o solita passerella politica ?

La mostra “Ulisse in Sicilia – I luoghi del mito” ha finalmente aperto i battenti. L’inaugurazione dell’evento ha naturalmente creato parecchio entusiasmo in città, si evince dalla massiccia presenza di comuni cittadini e dalle reazioni e post pubblicati sui social.
In una realtà maltrattata e discriminata in molti settori, compreso quello archeologico, questo evento rappresenta un segnale forte di riscatto di immagine, spesso solo legata alle conseguenze dell’industrializzazione pesante e agli spiacevoli fatti di cronaca.
Sarà questa mostra davvero l’inizio di un nuovo modo di vedere, dandone la considerazione e dignità che merita, il patrimonio storico della città?
Abbiamo quindi l’esposizione, parziale, della nave per la prima volta in città, dopo 34 anni dalla scoperta occorre ricordarlo in ogni caso.
La mostra è stata scarsamente pubblicizzata, questo nonostante da più di un anno sia stato pubblicato l’avviso di indagine di mercato per l’affidamento dei servizi inerenti la campagna di comunicazione e promozione dell’evento oltre che da quasi un anno, è stata individuata la ditta a cui affidare questo compito. Campagna promozionale, ad esclusione del materiale cartaceo, brochure, manifesti e catalogo, non si vede nei network televisivi nessuno spot, nemmeno ora che la mostra è stata appena inaugurata.
Qualcuno ha amato definire la mostra come evento di respiro internazionale, ma la campagna promozionale di ogni mostra, con una minima ambizione di palcoscenico internazionale, viene trattata e studiata in modo assolutamente diverso; per esempio, un paese che per ovvie ragioni, potrebbe essere interessato alla diffusione di contenuti promozionali è la Grecia, peccato però che in tutta la penisola ellenica di questa mostra non ne parla nessuno.
Quanto è costata la campagna promozionale? Sappiamo che con decisione del D.D.G. 1978 ( Decreto dirigente generale) del 30 luglio del 2021 , il servizio è stato affidato alla ditta PIRENE S.R.L., con sede a Roma in Piazza Navona , per un importo di € 52, 886, 26 , di cui € 9, 533, 26 di IVA.
I servizi richiesti dal committente, Regione Sicilia, variano dalla progettazione e alla realizzazione di locandine, depliant e cataloghi alla creazione di un sito web e di video destinati alla diffusione tramite network televisivi e canali social.
Dove sono questi video? Non era più logico diffonderli un pò prima dell’Inaugurazione?
Il biglietto d’ingresso, fissato a 2 euro, è un’ulteriore invito a visitare la mostra, a fare due conti però si deduce facilmente che tra gli scopi degli organizzatori non può esserci quello di un ritorno economico, almeno per coprire le spese, solo per quelle di pubblicità servirebbero più di 25.000 visitatori, figuriamoci per coprire le centinaia di migliaia di euro spesi per il resto, come ampiamente dichiarato dallo stesso presidente di Regione Nello Musumeci.  I profitti certamente possono essere di altro tipo, il piccolo indotto economico determinato dalla presenza in città degli eventuali visitatori. I capitoli di spesa possono inoltre essere considerati un un’investimento, promozionale, per il rilancio d’immagine della città, meglio tardi che mai, se a tutto questo però, dopo l’enorme euforia iniziale, come spesso accade in città, non seguiranno iniziative concrete, tutto questo non servirà a nulla e sarà annoverato come l’ennesimo spreco di risorse ed energia.
Assumere una posizione critica in mezzo a tanto entusiasmo ed ad un’atmosfera unitamente orientata all’ottimismo non è compito gratificante e si corre il rischio di passare per detrattori, dimenticando che spesso le critiche sono uno stimolo a fare meglio ed a correggere errori e ingiustizie del passato. Aspettiamo l’istituzione definitiva del museo del mare, la restituzione di tutti i reperti trasferiti a Caltanissetta, fatto che ha determinato l’annullamento del percorso espositivo originario del museo archeologico di Gela e del suo peculiare aspetto scientifico e didattico, cosa di cui non parla nessuno, nemmeno l’assessore Samonà che in tema di restituzioni si è davvero distinto, con l’esclusione di Gela ovviamente.
La stessa sensibilità degli enti di tutela del patrimonio storico nel facilitare la fruibilità e fare divulgazione, espressa in maniera molto evidente in questa circostanza anche attraverso il costo irrisorio del biglietto d’ingresso, la vorremmo vedere nella restituzione alla fruibilità pubblica, a Gela e nel suo museo in particolare, di tutti gli importanti reperti in possesso della soprintendenza di Caltanissetta rinvenuti in città e nel territorio di sua diretta pertinenza storica negli ultimi vent’anni.
La soprintendenza di Caltanissetta non ha concesso un solo reperto alla fruizione attraverso il nostro museo in tutti questi anni, al contrario della soprintendenza del mare sempre puntuale nel farlo, dopo i necessari tempi di studio e restauro. Questi punti critici e questi mali dell’archeologia gelese sono stati dimenticati in questo speciale momento, occorre però riproporli presto agli stessi, che ora, almeno nelle parole, annunciano la rinascita culturale della città.
Le istanze della città nel rivendicare la restituzione del proprio patrimonio storico devono essere prese in seria considerazione e fatte oggetto di azione riparatrice. Non dobbiamo più assistere agli scempi archeologici a cui siamo stati abituati, la discarica di Montelungo prodotta dallo sbancamento per la costruzione dell’inutile parcheggio di Capo Soprano, sorto inspiegabilmente in piena area di forte interesse archeologico, i cui pochi reperti, ma importantissimi sotto il profilo storico-artistico, recuperati non si sa che fine abbiano fatto, la allora soprintendente Rosalba Panvini aveva annunciato una mostra per esporli, inutile dire che i reperti non si sono mai visti ne risultano, almeno allo scrivente, essere stati fatti oggetto di studio e pubblicazione. Troppi torti ha subito questa città, non solo in tema di beni culturali ovviamente, dovrà ricordarselo il presidente Musumeci , che teneramente ha accarezzato la nave ed auguriamoci che nessuno segua il suo esempio.
Al patrimonio culturale della città e alle speranze di sviluppo della stessa in funzione di esso servirà che la politica e gli addetti ai lavori non si dimentichino di riparare a questi torti e che i gelesi devono, costantemente e con attenzione, sempre ricordaglielo.
Il tutto non può essere limitato a passerelle di circostanza che servono a scuotere l’ambiente solo in maniera apparente iniettando dosi illusorie di rinascita culturale , buone sole per colmare la frustrazione di una comunità di fronte all’impossibilità di godere in loco del proprio patrimonio storico .
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