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Tamponi e Green Pass.

L'assurda storia della famiglia positiva con il Green Pass valido

A Gela, come altrove, ma soprattutto a Gela e non necessariamente per colpa dei cittadini, ma anche per colpa delle istituzioni che si rivoltano in pastoie burocratiche, si rincorrono storie di ordinaria follia Covid-19, in cui qualcuno, prendendone spunto, scriverà un libro che potrebbe diventare pure un best seller.

Andiamo per ordine.

La mamma.

Storia simbolo di chi, ancora, non sa come comportarsi. La madre che con sintomi riconducibili al covid, non contatta il medico di famiglia, ma decide di farsi un tampone a pagamento. E così decide di prendere il figlioletto, uscire di casa, accompagnarlo a scuola, passare dal bar, fare colazione e poi con calma andare a farsi il tampone rapido. Risultato? tampone positivo, figlio pure, lo si saprà dopo, totale? 60 contagiati a scuola, per contatto, compresi i professori. Il contact tracing esiste solo nelle scuole, tramite i referenti covid, povere anime, ma per chi ha avuto un contatto stretto, al supermercato, al bar, insomma in quei luoghi dove è la persona deve informare gli organi comptenti con chi è stato in contatto, perchè lui/lei è il solo responsabile, viene fatto in molto limitato o no fatto proprio. Forse perché non si deve far sapere che si è positivi. Sappiamo come funziona.

L’ansiosa

E’ quella persona che per sicurezza va a farsi il tampone, per i più svariati motivi intendiamoci e che presentandosi diligentemente in farmacia, fa il tampone, attende i fatici circa 20 minuti per  il responso. POSITIVA!!! Ora chiunque, come prevede il protocollo avrebbe dovuto:

  • mettersi in quarantena fiduciaria insieme ai familiari conviventi (che condividono la stessa abitazione)
  • attendere le comunicazione dell’asp;
  • comunicare i contatti stretti conviventi e non conviventi;
  • attendere la programmazione dei tamponi da effettuare;
  • NON ANDARE MAI IN OSPEDALE O IN PRONTO SOCCORSO
  • CHIAMARE IL MEDICO DI FAMIGLIA O AL MASSINO PER VERE EMERGENZE IL 118.

Si diceva, avrebbe dovuto ed invece che fa? Siccome è ansiosa, non crede, vuole una verifica ulteriore e pertanto va a farsi un tampone in un’altra farmacia, facendo la stessa trafila, nello stesso giorno ed ovviamente entrando in contatto con altre persone nel frattempo. Entra con atteggiamento di indifferenza, presenta la tessera sanitaria e… il farmacista la guarda e le dice: “Signora lei ha già fatto il tampone ed è positiva, la devo denunciare per violazione delle  norme sulla quarantena, se lei ha già fatto il tampone perchè non è entrata in quarantena?“, risposta senza nessun tentennamento “beh non ero sicura del tampone fatto nella farmacia precedente e quindi ho voluto provarne un’altra per una verifica” già il tampone come un paio di scarpedeve si va per negozi. Il farmacista a questo punto comunica l’intenzione di denunciare al sistema di tracciamento dei positivi al covid eagli organi competenti, la situazione, con successiva denuncia; la richiesta dell’ansiosa è: “vabbè facciamo che non sono passata e vado a casa“. Ed invece il farmacista ligio al dovere ha segnalato tutto ai carabinieri che hanno in mano tutta la questione. Andranno avanti vedremo.

Il professore, la sua famiglia, il tampone, l’usca, l’asp e il Ministero della sanità.

Famiglia tutta positiva, quarantena fiduciaria, quindi a casa, dal 6 dicembre giorno del tampone molecolare.

Il 21 dicembre hanno la liberatoria per fare il tampone lo fanno il 23 dicembre e risultano di nuovo tutti positivi, esclusa la consorte del professore che nel frattempo si è negativizzata e la suocera per precauzione non fa il tampone e quindi salta il turno, per una tosse persistente, resta a casa e liberatoria ottenuta successivamente  il giorno 28 dicembre. Quindi Natale in zoom (pare un film) e quindi rovinato.

Chiamano l’USCA il giorno 4 per fare il tampone alla suocera per sapere la negativizzazione. Sembra una storia normale ma……ecco il fattaccio:

Il giorno 4 gennaio, per un tampone POSITIVO fatto il 18 dicembre cosa arriva alla suocera??? il GREEN PASS, ma il tampone non lo ha fatto 23 quindi era ancora positivo. Non contenti lo hanno inviato anche con il prof allo stesso modo ma qui molto più speciali, tampone POSITIVO il 18, POSITIVO il 23, INCERTO il 30 e GREEN PASS il 4 gennaio. Fantastico.

Questo che significa? che il virus non si trasmette, solo con chi non rispetta le regole, ma anche con chi, pur rispettandole viene indotto a violarle. So che è un pò contorta la storia ma così è avvenuto e chissà con quanti avviene.

Nel frattempo la stampa aspetta report vaccinali nella provincia di Caltanissetta. Crediamo che gli uffici preposti stiano implodendo per le pratiche ed esplodendo per la mole di tamponi che vengono fatti. 2000 contagi in una città di 70.000 abitanti non è poco il 3% della popolazione abitante. Per fare una raffronto Padova cittadina di 209.000 abitanti ha 2837 positivi  in quarantena cioè 1,35% della popolazione-

Seguiamo le regole e vacciniamoci.

 

 

 

 

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