editoriale

L’AMORE CHE MUORE

Di Miriam Nicastro

O povera Giulia, chissà che paura hai avuto mentre l’uomo che amavi si è vestito da mostro e non hai riconosciuto il suo sguardo.

Chissà che paura quando hai capito che ti avrebbe fatto del male.
Le tue mani dilaniate perché la prima cosa che hai pensato è stata quella di tentare di proteggere il tuo bambino.
Si piccola Giulia, hai coperto il tuo ventre con le mani ma non è bastato.
O piccola Giulia, chissá che tristezza quando hai capito che non ce l’avresti fatta e che il tuo bambino non sarebbe mai nato.
Tu che eri indecisa sul nome da dargli ma che già lo amavi più della tua vita.
Sai Giulia, tutta Italia oggi parla di te e della madre che saresti stata.
O povera Giulia, non hai nessuna colpa e tu e il tuo bambino ora starete insieme per sempre.
Se solo lui avesse capito che bastava lasciare andare, bastava ti dicesse “non voglio stare con te”, se solo avesse capito che non saresti stato un ostacolo, ora tu forse avresti versato qualche lacrima, ma saresti viva e avresti potuto insegnare al tuo bambino cos’è l’amore.
O piccola Giulia, chissá se lo hai guardato fisso negli occhi mentre non aveva alcuna pietà di voi.
Sai piccola Giulia, tu e il tuo bambino mai nato sarete sempre con noi, mentre lui, beh lui che importa, che sia dannato per l’eternità!
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