editoriale

L’arte delle menzogne e la scienza del l’ego.

C’era una volta, ma per grazia non si sa di chi, una cittadina ed ancora esiste, che aveva uno stadio, che seppur piccolo, riusciva a contenere tutto l’entusiasmo dei suoi abitanti per le squadre della città ed in particolare per una e del suo amato presidente, il quale con amore e passione, aveva costruito una squadra eccellente.

Con il passare del tempo lo stadio, quasi mai manutenzionato a dovere, inizia ad avere qualche problema. A parte gli spogliatoi ed i locali di servizio, il problema più grave era attribuito alla copertura della tribuna. Un giorno l’amministrazione della cittadina prende in mano la situazione e cerca di correre ai ripari. Dopo riunioni su riunioni tra l’assessore al ramo, sindaco e tecnici, credendo che lo stadio fosse stato creato con i Lego, l’assessore disse che si sarebbe potuto smontare e rimontare in men che non si dica.
L’assessore era uomo facoltoso e sarebbe intervenuto lui con fondi personali chiedendo successivamente il rimborso. Forse in buona fede, alcuni, non sapevano che in una amministrazione il cittadino seppur danaroso non può spendere e poi essere rimborsato.

Molti degli attori di questa vicenda eccepirono che se fosse stata smontata la tettoia lo stadio sarebbe stato reso inagibile. Ma tant’è che la copertura venne smontata e lo stadio restó inagibile per molti, molto mesi, lasciando tifosi e società in braghe di tela.

Dopo qualche tempo lo stadio venne riaperto senza copertura della tribuna creando disagio sia in tempi di sole che di pioggia. Ora succede che lo stesso uomo facoltoso unitosi ad un altro altrettanto facoltoso e da altri tecnici galoppìni, diffonde la notizia che con interventi e misure del Pnrr, lui e solo lui, potrà dare nuova vita allo stadio rendendolo fruibile alle squadre che verranno promosse in serie B, C, D, ecc.

Alcuni teorici scrivono e argomentano che il genere umano si sia evoluto poiché si è posto degli obbiettivi, all’inizio irraggiungibili o ritenuti fantasiosi, per poi pian piano accontentarsi dei risultati minimi raggiunti, riproponendosi, poi, per altre mete sempre più ambiziose.
Non è sicuramente questo il caso di specie. Basti valutare quanto detto e scritto in diverse occasioni per dedurre senza troppa fatica che trattasi solo di proclami boriosi e di vana gloria.
Chi amministra enti pubblici e quindi anche il patrimonio di questi enti, conosce bene che non è così difficile accedere ai finanziamenti pubblici per la conservazione del patrimonio immobiliare degli enti e conosce bene anche le procedure per accedere a questi fondi.
In questa cittadina invece i facoltosi si sono di fatto appropriati dei beni pubblici e quelli dei cittadini con l’avallo di burocrati e politici che anziché adottare misure idonee, hanno di fatto regalato beni di gran valore per pochi spiccioli ad affaristi con pochi scrupoli.

Noi sappiamo come finirà questa vicenda ma tra un anno circa lo sapranno tutti quei cittadini credulini che ancora pendono dalle labbra di tali imprenditori credevo che siamo anche benefattori.

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