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Le piante spontanee di casa nostra: L’AMARANTO

di Dott. Paolo Scicolone

La abbiamo incontrato tantissime volte nella nostra vita, durante una bella camminata o fra i terreni durante una scampagnata. Oppure è venuta a trovarci nel nostro giardino. Solo che non l’abbiamo riconosciuto e lo abbiamo calpestato o estirpato. Eppure si tratta di uno delle piante più preziose che si possano incontrare.

L’amaranto.

Un nome che evoca colori. Ed in effetti da alcune varietà di questa pianta si estrae il colorante che tutti conosciamo, molto utilizzato sia dall’industria alimentare sia dalle industrie tessili che usano tinture biologiche.

L’origine è centro americana, ma alcune specie si sono diffuse anche dalle nostre parti.

E’ proprio nelle aiuole del mio giardino che l’ho trovato, prepotente, rigoglioso. E la curiosità di sapere chi fosse questo ospite abusivo è stata forte. Un paio di foto, il riconoscimento, le conferme di una amica esperta e la ricerca bibliografica.

Considerato infestante è una potentissima fonte di antiossidanti che trovano largo uso nelle preparazioni farmacologiche e medicinali per la detossificazione dalle specie chimiche ossidanti nel nostro organismo.

Le foglie, secondo una ricerca del 2019, sono una eccellente fonte di proteine ricche di amminoacidi essenziali, di carotenoidi, di vitamina C, di fibre e di minerali essenziali come il calcio, il magnesio, il potassio, il fosforo, lo zinco, il ferro, il rame e il manganese. Tutte sostanze che, a causa della povertà dello stile alimentare moderno ci troviamo spesso ad integrare. Molte specie di questa pianta sono tradizionalmente usate come rimedio contro le malattie da infezioni virali. Ma anche contro la malaria, il diabete, le infezioni batteriche e da elminti, come antidoto al veleno di serpenti.

I pigmenti antiossidanti e le grandi quantità di sostanze fitochimiche protettive lo hanno reso interessante per l’industria alimentare, alla continua ricerca dei cosiddetti SUPERFOOD.

Proprio le varietà infestanti hanno mostrato una efficacia analgesica ed antipiretica che ne ha promosso l’uso in quasi tutte le medicine tradizionali come rimedio contro dolori e febbre.

L’Amaranthus virdis, una fra le più diffuse varietà infestanti, è utilizzata anche come protettivo e depurativo del fegato, ipoglicemizzante, ipocolesterolemizzante, come modulatore dei lipidi nel sangue e antidiabetico.

A questo, come se già non bastasse, secondo uno studio pubblicato su Nature, si aggiungono numerosi usi medici già noti da tantissimo anni come astringente, diuretico, emolliente, galattogogo (aumentano o mantengono la produzione di latte materno), anti gonorrea, anti eczema, anti emorroidi,  anti bronchitico, sudorifero.

Ed ancora, come è noto presso tante popolazioni in tutto il pianeta, è efficace contro ustioni, ferite, mal d’orecchio, diarrea, disordini gastrici, labbra ulcerate, dolori mestruali. E’ stata per me davvero una bella sorpresa natalizia  trovata nelle aiuole. 

Ovviamente ho voluto provarlo, con cautela non conoscendone il sapore, aggiungendolo al minestrone. Il sapore ricorda vagamente quello degli spinaci. Online si trovano alcune interessanti ricette.

Il celiaci e coloro che cercano alternative ai cereali classici conoscono benissimo le farine di amaranto. E’ una farina che si ottiene dai semi di alcune varietà questa pianta ed è priva di glutine. 

Nel 1977 un articolo comparso sulla prestigiosa rivista Science ha definito l’amaranto come la “Coltivazione del futuro”, descrivendolo come un raccolto nativo ed economico, che potrebbe essere facilmente coltivato nelle aree rurali; tutto ciò grazie ad alcune caratteristiche peculiari. La sua coltivazione, anche solo per il consumo di foglie, steli e radici come verdura da consumare cruda o cotta, è da incoraggiare anche perché mostra una grande capacità di adattamento a diversi terreni e una straordinaria resistenza ai parassiti, capacità quest’ultima che viene trasferita anche all’organismo.

Anche la FAO ne incoraggia la coltivazione, come si legge sulle pagine ufficiali :

“Importanza per i piccoli agricoltori: 

Coltivato in aree limitate, potrebbe diventare un prodotto redditizio sia per il mercato locale sia per l’esportazione.”

Ancora una volta il nostro viaggio fra le piante spontanee ci ha portati a conoscere un tesoro. Sarebbe un grande peccato ignorarlo.

Ci stiamo impegnando a condividere progetti con enti pubblici e privati, in attesa di poter tornare nelle scuole, per la salvaguardia di un patrimonio naturalistico, paesaggistico, storico e culturale. Sperando di essere ascoltati.

Nel frattempo condivido queste conoscenze coi clienti che, per fortuna, sembrano davvero curiosi e desiderosi di sperimentare nuovi sapori, oltre che di stare bene.

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