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I disturbi e l’inganno del cibo. L’alleanza fra scienza ed industria che non giova alla salute

Di Dott. Paolo  Scicolone

Lavorare sull’aspetto alimentare non è semplice come certe contorte idee fanno immaginare, limitando il lavoro ad affinamento calorico e diminuzione di macro nutrienti colpevoli di favorire l’ingrassamento.
Il termine dieta non intende un regime alimentare per dimagrire, ma la “condotta” o “stile di vita” alimentare a lungo termine.
Nutrirsi è una azione semplice, ma dai risvolti sociali, psicologici, culturali, sanitari. La dieta ideale è quella che consente di sfruttare appieno di tutte le caratteristiche positive del cibo, evitando di far emergere quelle negative.
Gli aspetti principali che porta con se l’atto del mangiare sono tanti ma riassumibili in questi 2:
L’aspetto salutistico. Il cibo può dare salute o malattia
L’aspetto edonistico. Il cibo è piacere.

I ritmi e la cultura moderna non permettono facilmente di raggiungere un giusto incontro fra questi 2 aspetti.
Spesso si è portati a trascurare il primo aspetto relegando il primo (spesso in modo sbagliato) a brevi periodi di vita finalizzati principalmente a perdere peso o ai periodi di comparsa di qualche disturbo.
L’uomo moderno, sempre più sradicato dalla propria appartenenza al mondo naturale, è guidato da tempi, bisogni e “prodotti” caricati quasi esclusivamente dall’aspetto edonistico perché non riconosce più il proprio ancestrale legame col cibo.
Tutto questo è frutto di una società sottomessa all’esigenza di mercato, che vuole esattamente tutto questo: individui stressati, ammalati, che cercano solo conforto nel piacere fine a se stesso e che si rivolgono ad altri artificio alimentari per riconciliarsi occasionalmente con la salute.

In questo stile si è tuffata malvagiamente l’industria alimentare, cercando per decenni la sola soddisfazione del palato a danno di ogni altro aspetto salutistico, ecologico, etico.
Il BLISS POINT, il punto di beatitudine, molto ricercato dai produttori di cibo, è la quantità di un ingrediente come sale, zucchero o grasso che ottimizza la prelibatezza.
Questo basta
Anche se la tendenza degli ultimi anni è quella di evidenziare presunti aspetti salutistici o ecologici, siamo ancora lontani da un ri-radicamento nel terreno dell’esistenza, nei meccanismi essenziali della vita, nella natura.
Si ha fede nel creato ma di sceglie l’artificio.
Si arriva ad impacchettare natura come additivo nei cibi industriali per perpetrare l’inganno evitando che la massa fuoriesca dal recinto del mercato. Si trovano nemici come l’olio di palma per ripromuovere la salubrità di qualche veleno. ll sano, l’etico, il naturale vero o lo si paga a prezzi altissimi ed inaccessibili alle maggioranze o lo si produce fra mille difficoltà da se. La soluzione non sta nei laboratori scientifici. Sta nel ri-conoscerci come esseri naturali che devono tendere a relazionarsi con il naturale e ad aderire quanto più è possibile a quelle leggi universali affinate in miliardi di anni di evoluzione. Ecco che il lavoro dei professionisti della nutrizione cambia proprio aspetto e deve andare a valutare aspetti non strettamente biochimici.

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