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Gela, revisione delle prescrizioni del prg. Come scelgono i professionisti?

A Gela, si sa, ce n'è per tutti i gusti. Ecco come vengono scelti i professionisti

La revisione delle prescrizioni esecutive del piano regolatore generale è uno degli obiettivi principali del settore comunale urbanistica. Insieme al Piano del demanio marittimo, l’assessore Giuseppe Licata l’ha messa in cima alle priorità. Ora manca un passaggio imprescindibile però: quello dello studio geologico che deve accompagnare la revisione.

Io qui mi fermo.

Dopo alcune ricerche, ovviamente sul sito del Comune ancora nulla si legge, come per esempio l’elenco o l’albo dei professionisti da cui attingere a rotazione per l’incarico, oppure la delibera o determina con cui é  stato affidato l’incarico stesso per un importo di 53.000 euro (CINQUANTATREMILA) quale geologo.

Nulla di strano direte voi, ma a me si è accesa una lampadina.

Da una verifica, risulta che a Gela, solo a Gela, esistono 28 geologi iscritti all’albo. Uno di questi risulta sospeso e 27 sarebbero idonei a svolgere il “mandato”.

Invece pare che abbiamo deciso di conferire l’incarico senza bando (come al solito) ed in affidamento diretto (come al solito).

L’incarico è stato conferito a Giuseppe Fava, come risulta dalla certificazione di iscrizione all’albo qui sotto.

Chi è Giuseppe Fava

Ex presidente del consiglio comunale cittadino, dirigente locale del PD e spero e credo, sia stato incaricato per le sue “alte” professionalità in materia, per svolgere tale incarico e non per “amicizia” come ogni tanto accade nelle famiglie politiche allargate. Però, stride molto il fatto che gira che ti rigira, gli incarichi, sotto soglia, vengano conferiti pescando dalla politica, che tira le fila da anni, ma soprattutto stride il silenzio del consiglio comunale, maggioranza critica e opposizione, che il più delle volte tace perché “…perché un amico“.

Gela é una città particolare, dove i fondi del sindaco vengono utilizzati per pagare avvocati; dove i lavori iniziano ma mai finiscono, perché mancano i soldi; dove si fanno scelte azzardate che poi si rivelano – e si sono sempre rivelate – fallimentari; dove l’assise civica è dormiente o quasi.

Insomma, a Gela ce n’è per tutti gusti.

Più di una volta si è scritto e sbandierato – come una bandiera di libertà e coesione -, che la casa comunale è  la casa dei cittadini, ma sta diventando, ancora, la casa per fare i “fatti vostri“, camuffati da “bene per la città”. Tutto questo accade perché la popolazione è ormai stremata, dalla pandemia, dal dubbio “mi vaccino o non mi vaccino”, condito con velate minacce di chiusura se non si arriva al 75%.

Questo non è vivere e nemmeno sopravvivere.

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