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L’altro Camilleri, quello che non si conosce

Iniziativa dell'associazione Ex allievi del Liceo Eschilo

Gela – L’altro Camilleri, quello che pochi conoscono, il ragazzo ‘ribelle’, l’intellettuale; autore in Rai, quello che vive fianco a fianco con attori di spessore. Il Camilleri degli anni 40, 50, quello dell’era del dopoguerra. Questo è il Camilleri presentato ieri sera al Liceo Eschilo dal prof. Rino Caputo, su invito dell’associazione Ex allievo del Liceo presieduta da Maria Grazia Falconeri. Una presenza che si rinnova a Gela, in quanto il docente di Tor Vergata, ha già dato prova di rendere al pubblico con un linguaggio talmente aulico sul piano letterario da non stancare perché semplice; tanto forbito da interessare il pubblico con episodi gustosi. Come quello della brava, raccontata dallo stesso  Camilleri con cui, egli, giovanotto riuscì a passare le notti nel convento in cui risiedeva la fidanzatina ed essere sorpreso dalla Madre superiora fino allo svenimento. Dopo i saluti della Presidente Falconeri e del dirigente del Liceo Maurizio Tedesco, i lavori sono stati introdotti dal vice presidente Pippo Abbate e dalla prof.ssa Lella Oresti.  Il prof. Caputo è andato indietro nel tempo per scoprire una figura eclettica, che, vivendo in ambienti colti ha avuto tutte le occasioni per affinare il suo estro, già spiccato ed avanguardista. Del resto come non avrebbe potuto non crrescere Andrea Camilleri visto che si misurava con personaggi come Pasolini, con cui ha avuto scontri intellettuali sul teatro, Luigi Vannucchi, Enrico Maria Salerno? La prolusione del docente è iniziata con un doveroso ricordo dei tanti autori siciliani che hanno dato lustro alla letteratura: Verga, Pirandello, tanto per citare qualche nome.  Il luogo comune è quello di conoscere Camilleri solo per essere stato l’autore di Montalbano, per il passaggio della saga del commissario in televisione. Ma cosa è stato Camilleri durante la sua lunga vita: dagli anni 30 al 2000? Caputo ripercorre le tappe giovanili: dal 1939 al 1943, dopo una breve esperienza in Collegio Vescovile “Pio X”, studia al Liceo Classico “Empedocle” di Agrigento dove nel 1943 otterrà la maturità senza fare esami per via della guerra.

Quell’anno inizia  «una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere, di sangue, di paure». Tra il 1946 e il 1947 vive a Enna, in due misere stanzette prive di riscaldamento, e casualmente, dapprima attirato dal tepore, comincia a frequentare con assiduità la Biblioteca Comunale diretta dall’avvocato Fontanazza. Diventato suo amico questi gli fa conoscere gli scritti originali di due celebrità letterarie locali: Nino Savarese e Francesco Lanza. Diviene amico di Franco Cannarozzo, famoso scrittore di romanzi di fantascienza con lo pseudonimo di Franco Enna. Camilleri ricorda che il periodo ennese lo indusse a partecipare a certamen letterari:  nel 1947 che vinse il Premio Firenze con alcune sue poesie. Camilleri, nel documentario Rai “Il luogo e la memoria” (da lui scritto e letto) attesta il debito letterario verso Enna: «… Ed io, proprio in quelle due stanzette, credo di essermi formato come scrittore”. Inizia il lavoro di regista teatrale nel 1942. Nel 1944 si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo, ma non consegue la laurea.S’iscrive al Partito Comunista Italiano e dal 1945 pubblica racconti e poesie, arrivando anche fra i finalisti del Premio Saint Vincent. Nel 1949 viene ammesso, unico allievo regista, all’Accademia nazionale d’arte drammatica, dove conclude gli studi nel 1952, contemporaneamente ad allievi attori che diverranno celebri, come Luigi Vannucchi, Franco Graziosi e Alessandro Sperlì, con i quali stringe amicizia; è sua la regia di più di cento opere, soprattutto di drammi di Pirandello. Tra il 1945 e il 1950 pubblica racconti e poesie, vincendo anche il Premio Saint Vincent. Alcune sue poesie vengono pubblicate in un’antologia curata da Giuseppe Ungaretti.

 

Scrive i suoi primi racconti per riviste e per quotidiani come L’Italia socialista e L’Ora di Palermo. È il primo a portare Beckett in Italia, di cui mette in scena Finale di partita nel 1958 al Teatro dei Satiri di Roma e poi ne cura una versione televisiva con Adolfo Celi e Renato Rascel. Nel 1954 partecipa con successo a un concorso per funzionari Rai, ma non viene assunto poiché comunista, come disse lui stesso. Entra alla Rai tre anni dopo. Nel 1957 sposa Rosetta Dello Siesto da cui ha tre figlie e quattro nipoti.

Insegna al Centro sperimentale di cinematografia di Roma dal 1958 al 1965 e poi dal 1968 al 1970; è titolare della cattedra di regia all’Accademia nazionale d’arte drammatica dal 1977 al 1997. Scrive su riviste italiane e straniere (Ridotto, Sipario, Il dramma, Le thèâtre dans le monde) e dal 1995 su l’«Almanacco letterario» (Edizione dell’Altana). Dal 1959 a tutti gli anni sessanta, tra le molte produzioni Rai di cui si occupa come delegato alla produzione hanno successo gli sceneggiati Le avventure di Laura Storm, con Lauretta Masiero, e le fiction con il tenente Sheridan, protagonista Ubaldo Lay (fra cui la miniserie La donna di quadri), Le inchieste del commissario Maigret, con protagonista Gino Cervi. Nel 1968 cura la regia del teleromanzo per ragazzi Lazarillo, tratto dal romanzo Lazarillo de Tormes, con Paolo Carlini e Vittorio Guerrieri.

«Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano»

Camilleri è stato anche attore, interpretando la parte di un vecchio archeologo nel film del 1999 di Rocco Mortelliti La strategia della maschera. Il film giallo, che ha avuto scarso successo sia presso la critica sia presso il pubblico, narra gli eventi che si svolgono tra la Sicilia e Roma relativi alla sparizione di preziosi reperti archeologici.[20] Ha detto l’esordiente attore che in effetti «Non è la mia prima volta da attore, mi è capitato anni fa in Quel treno da Vienna, secondo di tre film per la televisione tratti dai romanzi di Corrado Augias, con Jean Rochefort. Io facevo il suo capo nei servizi segreti.» I testi sono stati interpretati dagli studenti del Liceo ( nella foto)

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