Economia

Pagamenti elettronici: tutte le novità dal tetto ai contanti al Pos

Tra le misure che alla fine sono entrate nel decreto legge Aiuti quater, oltre a quelle contro il caro energia che costituiscono l’ossatura di base, ce ne sono alcune che riguardano operazioni che effettuiamo molte volte al giorno: i pagamenti. Si va, in particolare, dal nuovo tetto al contante a 5mila euro, inizialmente atteso nella manovra e alla fine anticipato in questo provvedimento, al bonus per i registratori di cassa. «Nella norma – ha detto Giorgia Meloni, in occasione della conferenza stampa organizzata per illustrare le soluzioni contenute nel nuovo decreto -, c’è un contributo di 50 euro a piccoli commercianti per l’acquisto del Pos».

Nel provvedimento approvato dal governo Meloni, che sfrutta tutto il tesoretto di 9,1 miliardi certificato dalla Nadef, arriva il già annunciato aumento del tetto al contante, che dal 2023 passerà dall’attuale soglia di 2mila euro a 5mila (da gennaio sarebbe stato ridotto a mille euro). Una soglia di compromesso tra il pressing della Lega di innalzare il tetto a 10mila euro e le altre forze della maggioranza che non vogliono abbassare troppo la guardia su evasione e riciclaggio. «La scelta fatta è di parametrare il tetto del contante alla media europea», ha spiegato Meloni . L’Italia, come ha sottolineato il Rapporto 2022 di The European House – Ambrosetti, è un Paese fortemente dipendente dal contante: è al 29esimo posto al mondo per incidenza del contante sull’economia e si posiziona 24esimo su 27 Paesi Ue nel “Cashless Society Index”, peggiorando di due posizioni.

Per incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici, dunque, l’esecutivo ha rilanciato il bonus fiscale per le partite Iva che installano un apparecchio per gli scontrini digitali. Per il 2023 è concesso un contributo per adeguare gli strumenti utilizzati per la memorizzazione e la trasmissione telematica degli scontrini. Il bonus, da utilizzare in compensazione come credito d’imposta, è pari al 100% della spesa sostenuta, per un massimo di 50 euro per ogni strumento e in ogni caso nel limite di spesa complessivo di 80 milioni.

Fin qui le misure del nuovo provvedimento sul fronte dei pagamenti. Nella manovra 2023, che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare al rientro della premier Meloni dal G20 di Bali, potrebbero esserci novità sul Pos. Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo ha infatti delineato l’ipotesi di eliminare le sanzioni per i commercianti che non accettano i pagamenti questo strumento. La stretta è recente: le sanzioni per esercizi commerciali, imprese e professionisti che non consentono ai propri clienti di pagare con Pos sono scattate dal 30 giugno di quest’anno

Si è trattato in particolare di una sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento. Ad esempio, spiega il Codacons, in caso di rifiuto di un pagamento di 100 euro tramite il Pos, il commerciante va incontro a una sanzione da 34 euro (30 euro di ammenda fissa e 4 euro per quella variabile).

Le figure professionali interessate dalla stretta scattata a fine giugno sono molteplici: artigiani come falegnami, fabbri e idraulici; ristoratori e baristi; negozianti e ambulanti; notai, avvocati, ingegneri, geometri, commercialisti, medici, consulenti del lavoro, dentisti e professionisti in genere. L’agenzia delle Dogane ha previsto un’eccezione: i tabaccai. Stando alle indicazioni del viceministro, le cose ora potrebbero nuovamente cambiare. (ILSOLE24ORE)

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