Rubriche

“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”

Rubrica ad ispirazione cattolica a cura di Totò Sauna

“In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Mt 5,1-12°

 

Il passo del vangelo di Matteo sulle Beatitudini mi fa stare male. Puoi curare rubriche religiose. Puoi osservare, testimoniare, evangelizzare puoi fare tutto quello che vuoi ma di fronte a questo passo ti senti sempre in difficoltà. Ti senti come se mancasse qualcosa. Non so voi. Ma io mi sento cosi. Mancante di qualcosa. Non a posto. Capisco quanto sono lontano ancora dall’essere un cristiano. Chissà se mi basterà questa mia vita terrena per esserlo. Ci proviamo. Sapendo che cosa ? Che questa è la vita della felicità. Non ci sono altre vie o scorciatoie, che ci vengono proposte, in maniera copiosa, dalle Barbare televisive. Non ci sono altre scelte che quella delle beatitudini. Qualcuno parlando di questo passo, mi dice di stare in guardia,  guai a sentirsi a posto . Guai. Allora mi consolo un po’. Ma poco. Il Cammino che indica il Signore è chiaro. Noi cerchiamo sempre di addolcirlo. Di metterci un po’ di zucchero, di cercare di appianare qualcosina. Si, vero, ma forse Gesù voleva dire questo o quest’altro. Forse questi discorsi erano perfetti per i suoi tempi. Ora le cose sono cambiate. Insomma. tutte le scuse sono buone. Le beatitudini sono là. Scritte da Matteo in maniera chiara. Senza ombra alcuna. Vogliamo essere cristiani? Vogliamo essere felici? Vogliamo conquistarci un posto nella città celeste? Ecco le Beatitudini. Ci lanciano un messaggio chiaro. Dobbiamo tenere una vita tutta al contrario di quello che facciamo. Dobbiamo girare lo sguardo. Convertirci. Il nostro mondo ci fa credere che ottenere la felicità è cosa da poco: basta possedere, apparire, esagerare. Chi davvero crede a questa menzogna si ritrova con un pugno di mosche in mano, inebriato e fuori di sé. È possibile essere felici? Gesù definisce beati, cioè felici, coloro che sono poveri, che piangono, che sono perseguitati. Ma scherziamo? Chi vive nella povertà o nel pianto, chi è perseguitato non è felice. È nella tristezza più cupa. E il rischio, decisamente diffuso, è che, leggendola, molti pensino che il cristianesimo esalti il dolore, ci inviti alla sofferenza, alla sopportazione. Come se Gesù ci chiedesse di piegare la testa, di andare avanti, sopportando ogni nefandezza, quasi che la rassegnazione piacesse a Dio. Non è così. Dio non ama il dolore, né ci invita alla rassegnazione. E quando Gesù parla di felicità, usa il verbo futuro. Perché è verso il futuro che dobbiamo guardare per essere felici. Non ci aspetta una ricompensa per avere sopportato il dolore. Ma vivere in una certa logica, anche se costa dolore, è la direzione giusta per entrare nella felicità di Dio. E ora tocca a noi, se vogliamo. Giorno per giorno, un pezzo di beatitudine alla volta, per cambiare il nostro cuore, per convertire noi stessi e il mondo. La sfida è lanciata. O Gesù è un folle senza speranza, o ha ragione. Allora vale la pena di rischiare. E di seguirlo

Buona Domenica

 Totò Sauna

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