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LA POLEMICA: La rivista Wired ha pubblicato i dati del ministero sul boom di infezioni in classe; Grande imbarazzo per Azzolina “Sapeva tutto, non ha detto nulla”

All’inizio di questa settimana la rivista Wired ha pubblicato un documento ottenuto con una richiesta ufficiale di accesso agli atti dal ministero della Pubblica istruzione: la rilevazione in mano a Lucia Azzolina del numero dei contagiati nelle scuole italiane. Il numero fornito era di 64.980 contagiati fra studenti e personale scolastico alla data del 31 ottobre. Il documento però precisava che i dati erano stati raccolti dal ministero elaborando i questionari inviati volontariamente dai presidi via via che venivano scoperti contagi nei loro istituti. Avevano risposto però le scuole di poco più di un terzo dei comuni italiani, quindi la cifra era per forza in grande difetto rispetto ai numeri reali di tutto il territorio.

Quel numero però per quanto parziale era già molto grande di per sé: dividendolo per ogni Regione italiana a quella data rappresentava – ovunque salvo in Campania dove le scuole erano state chiuse – una percentuale di contagi superiore a quella rilevata fra tutti i cittadini di ogni categoria, in alcune Regioni anche due volte la media generale. La Azzolina che aveva quei dati in mano però non li ha divulgati e anzi a quell’epoca strillava contro la chiusura delle scuole polemizzando con il governatore della Campania, Vincenzo De Luca che aveva lasciato gli studenti a casa sostenendo invece l’esplosione dei contagi in quell’ambito.

L’altro giorno la commissione Cultura della Camera ha ascoltato proprio sulla scuola il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo. Un deputato del Pd, Matteo Orfini, gli ha chiesto un giudizio su questi dati della Pubblica istruzione svelati da Wired. Miozzo con grande candore e sincerità ha ammesso di averli letti frettolosamente sulla rivista, e di non saperli spiegare, perché al Cts il ministero della Pubblica Istruzione non li aveva mai trasmessi e quindi non era in grado di averne le chiavi di lettura possibili. Alla fine della riunione lo stesso Orfini subito zittito da chi guidava i lavori ha preso la parola per definire «sconcertante» che la Azzolina non abbia inviato al Cts i numeri sui contagi a scuola da lei raccolti e ben conosciuti.

Quel ministro ha una responsabilità gravissima sulla seconda ondata di contagi italiani, e bisognerebbe capire se oltre alla incapacità evidente di fare il suo mestiere ci sia stata anche una drammatica malafede nel nascondere questi dati. Ma dallo stesso Miozzo abbiamo saputo che il Cts è privo di qualsiasi tipo di dati, ogni tanto manda loro infatti delle pubblicazioni l’Istituto superiore della Sanità e qualche altro audito ne invia altri. Non è cosa da poco, perché noi abbiamo un governo che fonda tutte le sue decisioni sulle scelte degli «scienziati» del Cts, e ora sappiamo che questi sono costretti a dare i loro pareri senza conoscere un solo dato indipendente su cui poggiarli: gliene allungano qualcuno, ne nascondono altri per fare dire loro quello che chi fornisce o nasconde quei dati vuole sentirsi dire. Poi se le cose vanno male, il governo scarica sulle spalle dei tecnici scienziati che quasi sempre però non hanno alcuna colpa né responsabilità di scelte compiute senza il loro parere e talvolta addirittura in contrasto. (il Tempo)

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