Politica

Ipr (Insieme per il Futuro), Di Stefano: “M5S pensa solo al consenso, al governo facendo opposizione”

Insieme per il Futuro diventerà un partito politico? Ci sarà alle prossime elezioni sulla scheda elettorale?
“Insieme per il Futuro, al momento, è solo il nome della componente parlamentare che abbiamo costituito per iniziare a indirizzare il nostro pensiero politico nell’azione dei due rami del Parlamento. Fuori dal Parlamento, invece, è un cantiere politico che sta nascendo e che vuole integrare le parti con un ruolo sociale attivo, penso ai sindaci, agli imprenditori, alle associazioni, al terzo settore per iniziare”.

Pensa che possano esserci nuovi ingressi nei gruppi di Camera e Senato?
“Il gruppo è già parecchio consistente se pensate che conta oltre 60 parlamentari, risultando quindi tra i maggiori del Parlamento, ma non dubito che arriveranno in tanti altri attratti da un progetto politico con una visione chiara. Ciò che per noi conta maggiormente, al momento, è intercettare risorse sul territorio più che nei Palazzi, perché vogliamo radicarci bene”.

Il M5S secondo lei ha ancora un futuro? Chi comanda, Conte o Grillo?
“Credo che i recenti risultati elettorali parlino da sé e, onestamente, questa è per me una ferita profonda. Avevamo tutte le carte in regola per rilanciare il progetto ed invece siamo finiti per accartocciarci su noi stessi per mille motivi. Chi comanda, adesso, davvero non mi riguarda più”.

Non era possibile fare una battaglia con Di Maio dall’interno del M5S?
“Mi conceda una battuta, a giudicare dai toni di questi ultimi giorni credo che la battaglia la stesse facendo una parte del M5S contro Di Maio semmai. Rispondendo seriamente invece, è evidente che l’esperienza che tanti di noi abbiamo maturato in questi anni nelle istituzioni, non solo non trovasse valorizzazione dentro il M5S, ma fosse persino osteggiata in quanto limitante ad un’azione politica mirata al consenso elettorale. Stare al Governo facendo al contempo opposizione però non è nelle nostre corde perché lesivo degli interessi nazionali. Non era più possibile coesistere quindi e questo ci ha portato a questa scelta sofferta”. (affaritaliani.it)

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