CronacaPolitica

Di Maio affossa i conti del M5s. A rischio lo stipendio da 300mila € di Grillo

La scissione nel M5s ha provocato effetti devastanti per i grillini su tutti i fronti. Oltre ad aver perso il primato di deputati alla Camera e a dover fare i conti con i mugugni di chi è rimasto ma non è più convinto del progetto politico, spunta anche il problema dei soldi per mandare avanti il Movimento. L’esodo dei 61 parlamentari dal Movimento, passati nel gruppo di “Insieme per il Futuro“, avrà – si legge sul Giornale – un impatto economico di circa 2,3 milioni di euro in meno sui fondi dei gruppi di Camera e Senato. La prima consulenza in odore di sforbiciata, che è anche la più onerosa per il portafoglio di Conte, è quella tra il Movimento e la società BeppeGrillo Srl. L’accordo economico è segreto ma si parla di due contratti, uno di 200 mila € e l’altro di 100 mila € annui.

“Quei due contratti, molto onerosi – racconta al Giornale un parlamentare dimaiano – blindano di fatto la leadership di Conte che da quel momento in poi gode di totale protezione politica da parte del garante“. Una saldatura emersa anche nella faida tra Di Maio e Conte: Grillo ha preso posizione in favore dell’ex premier spingendo Di Maio verso l’addio. Le consulenze di Grillo dovevano essere pagate con i soldi del partito. Quali? Il Movimento non ha un proprio tesoretto economico. Si finanzia con le restituzioni degli eletti: mille euro per ogni parlamentare, il ché moltiplicato per dodici mesi e per 61 parlamentari fa altri 732mila euro. Ora con la scissione si registra un ammanco di più di mezzo milione di euro per le casse del partito che sarebbero già a secco.

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