Politica

Stop al Reddito di cittadinanza e sì al Mes, le condizioni di Renzi per il Conte ter.

Parte a Montecitorio il cantiere sul programma, tappa necessaria lungo la strada per arrivare al Conte ter. Questa mattina il presidente della Camera apre un tavolo tecnico composto dai rappresentanti dei gruppi che ha consultato negli ultimi giorni. Una ventina di persone (i capigruppo più un eventuale tecnico) riunite nella sala della Lupa di Montecitorio.
Ma resta un clima di incertezza, a partire dalle scelte di Matteo Renzi. Italia Viva non sembra intenzionata a fare nomi ma potrebbe anche alzare la posta e interrompere le trattative benché non si parli ancora di Conte. E ciò potrebbe avvenire innanzitutto sui due nodi-cardine, il Mes e il reddito di cittadinanza.
Resta, infatti, il timore che Iv rilanci sul primo e contro il secondo. Con la conseguenza del rischio spaccatura del M5S e della fine di ogni prospettiva del “Conte-ter”. Senza contare che, dietro ogni nodo c’è il nome di un ministro. Con il rischio della battaglia per guidare i dicasteri che, di fatto, gestiranno il Recovery.
Il capo dello Stato, in queste ore, attende l’esito di una verifica messa in campo esclusivamente perché nasca un governo con le forze di maggioranze consultate da Fico. In caso di esito positivo del tavolo sul programma, l’interlocuzione potrebbe essere poi suggellata da un vertice tra i leader. Di certo, al Quirinale non dispiace che ci sia una carta programmatica – scritta, come ha chiesto esplicitamente Matteo Renzi – che leghi la maggioranza ad una lista di cose da fare.
Non si tratterebbe di un programma, che spetta al premier incaricato, ma certamente una base. E infatti a chi ha dimestichezza con i corridoi di Palazzo Chigi non è sfuggito un dato: il rischio che, con questa strategia, Conte risulti depotenziato, tornando ad essere un po’ “l’arbiter” che fu ai tempi del governo M5S-Lega.
Anche perché, al momento, il premier dimissionario resta in disparte. In rigoroso silenzio nel “rispetto del lavoro di Fico” – spiegano a Palazzo Chigi – per risolvere una crisi della quale Conte non si è mai ritenuto responsabile. E poi, per ora, la partita è tutta nelle mani di Fico. Una partita arrivata ormai ad un rush finale al quale, il presidente della Camera, guarda con prudentissimo ottimismo. Con un obiettivo: togliere dal tavolo ogni elemento che possa far cadere l’intero castello.
Anche per questo il fatto che al tavolo sul programma non si parli di nomi, come fatto trapelare da Iv, non coglie di sorpresa gli alleati. “E’ un bene che si parli di contenuti e del Paese, noi eravamo pronti già a dicembre poi il tavolo sul programma si è fermato per l’apertura della crisi”, fanno notare dal Nazareno. Tutto, almeno fino alla serata di oggi, verterà quindi sui temi. E man mano che passeranno le ore per Iv, che finora ha mostrato una certa disponibilità a trattare, rompere sarà più difficile.
Resta, tuttavia, una partita da “1×2”. Innanzitutto per i contenuti. “Iv accetterà la permanenza del reddito di cittadinanza?”, “il M5S aprirà davvero allo stop alla riforma della prescrizione?”, sono solo alcune delle domande che circolano nella maggioranza. Ogni irrigidimento servirà a ciascun gruppo ad alzare la posta, col rischio che porti alla rottura. E poi c’è il nome del premier con Pd, M5S e Leu che reputano Conte un punto al momento irrinunciabile. Anzi, nonostante la riunione prevista per la mattinata sia saltata, nel Movimento resta vivissima la fronda “anti-renziana”.

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