CronacaLa storia della settimana

“Mia madre sballottata da un ospedale all’altro per un giorno intero”

Il racconto del figlio di una paziente oncologica

Ospitiamo oggi il racconto del figlio di una paziente che, dopo una degenza, è stata sottoposta ad un calvario da un ospedale all’altro.

“Voglio raccontare la ‘peregrinatio’ cui è stata condannata oggi mia madre, una paziente oncologica di 71 anni, sballottata per quasi un giorno intero fra due strutture sanitarie con tutti i disagi che può comportare per una malata grave, dopo una degenza di sei giorni. Sono gli effetti collaterali del Covid-19?  Con tutto il rispetto per il Sindaco, le autorità e il personale sanitario e il loro modo di gestire l’emergenza covid_19, non posso certamente celare l’amarezza, lo sfogo, il giudizio poco benevolo nei confronti del sistema sanitario locale dove una paziente oncologica viene stata lasciata in balia di sè stessa e del suo triste destino. Parlo da figlio di una paziente oncologica che, prima è stata ospitata  in una stanza dell’ospedale Vittorio Emanuele dove non ha avuto garantita l’igiene e la tutela in quanto paziente con difese immunitarie basse e pertanto esposta a qualsiasi tipo di contagio di ogni tipo e non solo di Covid-19. Mi sono dovuto occupare io stesso della sua igiene personale e sorvolo sulle condizioni in cui l’ho trovata dopo sei giorni di degenza. Per non parlare del gioco burocratico a cui ho assistito. Una partita di ping pong tra il Vittorio Emanuele e la Clinica Santa Barbara, con la nota stonata di taluni medici che mi dicevano che potevano dimettere mia mamma in quanto, a loro avviso poteva andare a casa; asserendo che stava bene. Abbiamo fatto andirivieni per tutta la giornata. Prima siamo stati inviati alla Casa di cura Santa Barbara;

 

poi rimandati indietro perchè non era arrivato l’esito del tampone; poi di nuovo in ospedale per ritirare i documenti che mancavano nella e poi ancora alla Clinica dove siamo stati accolti superando le impasse burocratiche. Bene.. mia mamma è ancora in ospedale ( Clinica) con l’ossigeno e la terapia idonea .Tutto questo per dire di stare attenti : A Gela non si MUORE solo di CoVID_19.”

Il figlio Rocco Ferrara

Aggiornamento: da stamattina la signora Ferrara si trova di nuovo in ospedale Vittorio Emanuele: alla Casa di cura gli hanno diagnosticato una patologia per la quale è necessario un ricovero in medicina. Nulla di fatto dunque. E’ stata per mezza giornata al pronto soccorso in attesa di essere ricoverata in reparto.

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