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Startup, stanziati dal Mise a Cassa Depositi e Prestiti Venture 2,5 miliardi di risorse. Arriva il fondo Repubblica Digitale

 

Venerdì il Mise ha definito un pacchetto di misure che vedrà come utilizzatore Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital, la controllata al 70% da Cassa Depositi e Prestiti che “ha il compito di attirare nuovi investitori, nazionali ed internazionali, e far crescere il mercato del Venture capital (Attività di investimento istituzionale in capitale di rischio di aziende non quotate, in fase di start up, caratterizzate da un elevato potenziale di sviluppo) in Italia”.

Il dettaglio dei diversi interventi, dato dal dicastero, si compone di 2 miliardi di euro stanziati dal Ministero in attuazione al decreto infrastrutture, a cui si aggiungeranno 550 milioni di risorse previste dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Altri 600 milioni saranno stanziati da parte di Cassa Depositi e Prestiti e investitori terzi. “In particolare, le nuove risorse verranno utilizzate a sostegno degli operatori del Venture capital, anche attraverso il potenziamento dell’attività di investimenti indiretti in fondi; la promozione di iniziative a favore dei processi di transizione ecologica e digitale delle pmi italiane e delle filiere chiave; la creazione di nuovi strumenti di equity e debito per le startup in fase avanzata di sviluppo; il rafforzamento del sostegno alle startup nelle fasi iniziali anche attraverso poli di trasferimento tecnologico e programmi di accelerazione“.

La controllata Cassa Depositi e Prestiti si propone sempre più come Pivot del sistema, dunque. Di “sinergia tra Mise e Cassa Depositi e Prestiti che può portare a risultati interessanti per lo sviluppo delle startup e delle piccole e medie imprese innovative“, parla il ministro Giancarlo Giorgetti. “Ci aspettiamo risultati importanti per lo sviluppo e la crescita dell’economia italiana“. Collaborazione sottolineata anche da Dario Scannapieco, ad della Cassa: “Con le nuove risorse a disposizione CDP Venture Capital può rappresentare uno degli attori di riferimento del contesto economico nell’ottica del sostegno all’imprenditorialità e ai progetti strategici“.

Dal mondo dell’innovazione, il dg di Italian Tech Alliance, Francesco Cerruti, registra “il buon segnale che le istituzioni danno a un settore in crescita ed in salute. Per prima cosa, è positivo che l’indicazione prevista dalla conversione in legge del DL Infrastrutture di dirottare “fino a 2 miliardi” del Patrimonio destinato all’innovazione sia stata confermata. Va apprezzato inoltre il fatto che le risorse verranno investite in modalità indiretta, con l’auspicio che possano stimolare una dinamica virtuosa e di affiancamento dei soggetti già esistenti“, rimarca Cerruti in una nota. “La contestuale concretizzazione di due linee di investimento previste dal PNRR e legate rispettivamente a istruzione e ricerca e alla transizione ecologica sono un altro segnale positivo e di attenzione per degli ambiti in crescita e con ottime prospettive. La distanza con gli altri ecosistemi nazionali dell’innovazione rimane grande e la strada da fare per colmarla molta, ma continuiamo ad essere convinti che, se adeguatamente supportato, il potenziale di investitori e imprenditori innovativi italiani sia all’altezza delle eccellenze europee“.

Il Fondo per la Repubblica digitale

A metà novembre, il ministro Vittorio Colao ne aveva parlato in commissione Bilancio alla Camera, in occasione delle audizioni sul decreto per l’attuazione del Pnrr: ricordando che per l’indice europeo che misura le competenze digitali siamo solo 25esimi per capitale umano, aveva varato il Fondo per la Repubblica digitale spiegando che avrebbe accresciuto le competenze digitali e che avrebbe coinvolto le Fondazioni bancarie per alimentare un fondo destinato esclusivamente a sostenere progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale. Oggi il Mitd, con il Mef di Daniele Franco e l’Acri di Francesco Profumo hanno ufficializzato il protocollo d’intesa che definisce le modalita’ d’intervento del Fondo per la Repubblica digitale

Lo riferisce una nota, aggiungendo che il Fondo ha l’obiettivo di accrescere le competenze digitali degli italiani, sostenendo progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale. In base al più recente indice Desi (Digital economy and society Index) della Commissione europea, il 58 per cento della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni (26 milioni di cittadini) non ha le competenze digitali di base, rispetto al 42 della media Ue. Questo ritardo, spiega la nota, produce un impatto non solo sulla reale “cittadinanza digitale”, ovvero sull’accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione da parte di tutti i cittadini, ma determina anche uno dei maggiori freni allo sviluppo del Paese. In questo scenario intende intervenire il Fondo per la Repubblica digitale nel periodo 2022- 2026, mutuando la positiva esperienza del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, istituito nel 2016 grazie a un partenariato tra governo, fondazioni e forum del terzo settore.

I ministeri e l’Acri ricordano che il fondo “sarà alimentato dai versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria, per un importo complessivo previsto di circa 350 milioni di euro. A fronte dei versamenti operati, alle Fondazioni verrà riconosciuto un credito d’imposta, pari al 65% per gli anni 2022 e 2023 e al 75% per gli anni 2024, 2025 e 2026. La governance del Fondo prevede un Comitato di indirizzo strategico, composto da 6 componenti, designati pariteticamente dal Governo e da Acri, cui è attribuito il compito di definire le linee strategiche, le priorità d’azione, la verifica dei processi di selezione e di valutazione dei progetti, e un Comitato scientifico indipendente, a cui è affidato il compito di monitorare e valutare l’efficacia ex post degli interventi finanziati. Entro sei mesi verrà individuato un soggetto attuatore del Fondo, che si occuperà di tutte le attività operative, come la redazione dei bandi, l’istruttoria ex ante delle proposte di progetto, la loro selezione e approvazione, le attività di comunicazione. Il Comitato di indirizzo strategico è composto da: Daria Perrotta (Presidente), Michele Bugliesi, Luca de Angelis, Anna Gatti, Federico Giammusso, Francesco Profumo“.

Per il ministro Franco è un “importante strumento” per perseguire gli obiettivi di digitalizzazione, accelerazione negli investimenti in nuove tecnologie, infrastrutture e processi digitali. “Si tratta di un’iniziativa molto ambiziosa, a cui le Fondazioni di origine bancaria sono liete di concorrere“, per il presidente Acri Profumo. “Siamo certi che saprà chiamare a raccolta le migliori energie dei territori, per attivare un processo diffuso di crescita delle competenze digitali, una strada importantissima per far ripartire il Paese, mitigando disuguaglianze che rischiano di acuirsi“.

 

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