Attualitascuola

Scuola, le prove Invalsi bocciano gli alunni siciliani: Agrigento e Palermo ultime

Agrigento all’ultimo posto tra i diplomati della scuola superiore. Palermo al terzultimo posto tra i ragazzini della terza media. Qualche giorno fa l’Invalsi ha pubblicato i dati provinciali sulle competenze in Italiano, Matematica e Inglese degli alunni italiani di scuola primaria e secondaria. E la Sicilia ne esce davvero male. Per i diplomati della scuola superiore è la provincia di Agrigento in fondo alla classifica nazionale che contempla 107 province italiane, col punteggio più basso e con più del 45 per cento di diplomati con competenze in Italiano più o meno equivalenti a quelle che dovrebbero avere ragazzini di 13 anni.

L’anno scorso andò un po’ meglio.Quasi metà degli studenti che si sono diplomati la scorsa estate in provincia di Agrigento, nonostante il “pezzo di carta”, incontrano difficoltà non indifferenti a decodificare un testo scritto, possiedono un vocabolario piuttosto povero e in genere hanno conoscenze e competenze nella lingua italiana deludenti. Pari a quelle che dovrebbero avere i ragazzini di terza media: l’identikit dell’alunno in stato di “dispersione implicita”.La scuola, in questi casi, è riuscita a evitare che gli alunni abbandonassero gli studi ma non ce l’ha fatta a supportare adeguatamente questi ragazzi e a portarli a un livello almeno sufficiente di competenze. In questa poco lusinghiera classifica, Caltanissetta e Siracusa si piazzano al 101° e al 100° posto. Trapani al 97° e Palermo al 94° posto.Non cambiano molto le cose spostandosi sui diplomati della scuola media. Agrigento si piazza al penultimo posto e Palermo al terzultimo. Nel Palermitano più di un diplomato di terza media su quattro possiede un vocabolario così povero e fa tanta fatica a comprendere anche brani piuttosto semplici che la loro preparazione complessiva è paragonabile a quella che dovrebbero avere i bambini di quinta elementare. In terza media, sette province su nove siciliane sono nelle ultime dieci posizioni. Un vero e proprio disastro educativo.

Ma se di disastro educativo si tratta – sostiene Pietro Li Causi, docente di Italiano al liceo scientifico – siamo di fronte a un disastro educativo del tutto prevedibile, che è figlio di un disastro sociale, di un divario fra Nord e Sud che la crisi degli ultimi anni ha ampliato sempre di più”.Il professore, che ogni giorno si confronta con i propri alunni e coglie le difficoltà che incontrano, punta il dito contro la classe politica. “Questo disastro sociale è anche figlio di un disastro politico, quello di una classe dirigente nazionale che non ha sanato alcuna ferita nel territorio nazionale, anzi ne ha aperte sempre di più. Posto che i test – prosegue – si dovrebbero limitare a fotografare la situazione esistente, non sarebbe meglio indagare sulle reali cause di questa situazione e tentare di rimuoverle o sanarle? Se la politica non si attiva per fare questo, allora l’Invalsi, che da anni registra sempre gli stessi dati, è condannato a essere un ente inutile e parassitario che drena denaro pubblico“.

E un altro docente di Lettere, Maurizio Muraglia, va oltre: “Si tratta di dati coerenti con la storia più recente. I test Invalsi – secondo Muraglia – misurano soltanto un certo tipo di intelligenza e preparazione, che si sviluppa in ambienti socio-culturalmente elevati e ricchi di stimoli culturali e cognitivi“. E si schiera in difesa dei colleghi che operano i territori deprivati: “I docenti siciliani non sono meno bravi degli altri, ma i nostri alunni risentono dell’arretratezza generale della regione. Ritengo le posizioni di Agrigento e Palermo assolutamente casuali, perché non c’è ragione alcuna che la scuola che si fa in queste province – prosegue Muraglia – sia peggiore che in altre. Altri generi di capacità, che la scuola sollecita in tanti alunni, Invalsi non li vede perché è tarato su Italiano, Matematica e Inglese e prevede solo risposte standardizzate anche per alunni non standardizzabili ma non per questo stupidi“.La musica non cambia per la Matematica, considerata oggi una competenza per avere diritto di cittadinanza in un mondo sempre più tecnologico. Agrigento conferma l’ultima piazza a livello nazionale tra i maturandi e Palermo la terzultima tra i diplomati della media, ma con percentuali ancora più alte di alunni con scarse competenze.

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button