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Il consiglio monotematico ha fatto un buco nell’acqua

Proposta di un osservatorio cittadino dell'acqua.

Eravamo tutti pronti a vedere in streaming il consiglio comunale monotematico sull’acqua chiesto da parte della maggioranza e dall’opposizione, ma l’attesa è stata vana. Lo streaming non funzionava, non sono riusciti a riparare in tempo il personal computer (?) guarda il caso. Per cui devo attenermi alla cronaca di chi c’era. Ringraziando e citando la cronaca di Rosario Cauchi del Quotidiano di Gela cosa siamo venuti a sapere? Cose interessanti direi. Innanzitutto Caltaqua e Siciliacque non si sono presentati e questo la dice lunga sul rispetto che le due società, gestori unici dell’acqua,  hanno del primo cittadino, del consiglio e dei cittadini tutti. Oltre ciò il presidente dell’ATI, sindaco di Niscemi, Massimiliano Conti ha fatto ben capire che non si parla più di rescissione del contratto per inadempimento perchè NON E’ UNA PRIORITA’. “Significherebbe perdere almeno sessanta milioni di euro di parte pubblica per la progettazione – ha detto – ormai, non bisogna più pensare a quello che ha stabilito la commissione tecnica. Siamo in una fase successiva e con la firma della convezione tra Ato Cl6 e Ati, si rafforza una governance che da anni non c’era più stata. Anche la politica deve tornare a dettare la linea. Penso sia indispensabile, invece, partire dall’applicazione delle penali, mai imposte per i disservizi. Sono norme di legge che vanno attuate, con sanzioni fino a 300 mila euro nei casi di fermo del servizio idrico per oltre ventiquattro ore consecutive. Possiamo anche gestire i debiti e i lodi”. Ma i 60 mln di progettazione di parte pubblica, perchè si perderebbero se è appunto “pubblica”?

Dalla cronaca viene riportato il commento all’assise civica del Sindaco di Gela Lucio Greco ” La città continua a subire angherie – ha detto anche rivolgendosi al sindaco di Niscemi – ci sono ancora tanti disservizi che non sono stati risolti. Dobbiamo essere chiari e a nessuno è consentito di parlare in politichese. Dobbiamo indicare le soluzioni percorribili. Bisogna sapere se ci sono le condizioni per la risoluzione del contratto”. Il sindaco di Greco sa esattamente se ci sono le condizioni o no, lo ha dichiarato e scritto nella relazione del 7 ottobre 2009 in seno alla commissione tecnica istituita dalla L.R. 19/2015 art. 12 e cito testualmente:

“Il Sindaco di Gela attesta che, nel corso degli anni, anche se gli avvisi di interruzione del servizio sono stati pubblicati con impegno a risolvere entro le 48/72H, il tempo dichiarato raramente è stato rispettato, allungando i tempi di risoluzione dell’inconveniente, e riproponendo lo stesso avviso allo scadere delle 72H.
In considerazione di quanto sopra evidenziato, si appalesa ancora una volta come il Gestore non abbia raggiunto l’obiettivo di migliorare l’efficienza del servizio in relazione agli investimenti nel piano d’Ambito e nei P.O.T come previsto dall’art.18 a proposito della “Revisione tariffaria”.

Il Sindaco rileva, ancora, che dall’ottobre 2006 al gennaio 2010 vigevano ordinanze sindacali di non potabilità dell’acqua con divieto assoluto di utilizzo della stessa per fini alimentari e, finanche, per il lavaggio delle stoviglie (sono stati sanzionati uffici pubblici per tale ultima infrazione).
Per tale periodo Caltaqua s.p.a inviava bollette di pagamento dell’acqua a prezzo pieno nonostante la determina del C.I.P.E. che, nel caso di specie, prevedeva la riduzione del costo dell’acqua nella misura del 50%. I cittadini di Gela, per tale grave inadempienza e conseguenti disagi, non sono stati mai rimborsati di tali somme e/o risarciti per quanto accaduto.
A conferma di quanto sopra sembrerebbe che Caltaqua s.p.a abbia richiesto all’ATO CL6 il rimborso del “recupero del credito”, in atto vantato dalla medesima società a titolo del residuo pagamento delle bollette relative ai consumi idrici fatturati nella città di Gela nel periodo 2006-2009 per l’importo di € 9.290.000,00 mai pagati ai cittadini.”

LEGGI: Ecco perchè Gela “deve” chiedere la rescissione contrattuale dal gestore per gravissime e conclamate inadempienze.

ricordatevi questa espressione: “ORA BISOGNA SAPERE SE CI SONO LE CONDIZIONI?”

Leggiamo ancora dalla cronaca delle scaramucce solite in consiglio e della mancanza del numero legale che non ha fatto arrivare a nulla questo consiglio monotematico. Aggiungo che, anche se fosse stato votato un documento, sarebbe restato lettera morta come quello del mese di novembre 2019.

Nel frattempo in città arrivano fatture esose (49.000€) manca acqua in varie zone della città, tutte le promesse del gestore sono state disattese, insomma siamo al punto di partenza anzi siamo peggio di prima.

A mio modesto parere il Sindaco, dovrebbe creare una osservatorio permanente, composto dai movimenti consumatori che lavorano sul territorio nisseno, con i movimenti civici che si sono occupati di acqua, con i comitati di quartiere che hanno il vero polso della situazione, autonomo e slegato dalle logiche politiche e partitiche, che mensilmente porti le criticità della città in merito alla distribuzione dell’acqua all’attenzione degli organi di stampa, al consiglio comunale ed all’amministrazione che se fa carico ed interloquisce con ATI  e i gestori idrici. Se lo facciamo per il covid-19, perchè non farlo anche per le problematiche idriche?

Questo è l’unico modo per creare un tratto d’unione tra cittadini ed amministrazione, che dovrà farsi carico di intervenire tempestivamente sulle situazioni più gravi di mancanza d’acqua cioè inviare a proprie spese autobotti e rivalendosi sul gestore, questo è il dovere che giunta e uffici hanno nei confronti dei propri cittadini per mitigare questo problema.

 

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