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L’ex Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina presenta il suo libro a Gela.

LA VITA INSEGNA.

DALLA SICILIA AL MINISTERO, IL VIAGGIO DI UNA DONNA CHE ALLA SCUOLA DEVE TUTTO.

Questo il titolo del libro dell’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che oggi ha tenuto un incontro al cineteatro Antidoto, dove la parlamentare ha preso parte ad un dialogo con la dirigente dell’istituto Capuana, Agata Gueli, e il docente Marco Trainito.

Il tema dell’incontro era concentrato sull’esperienza scolastica e politica dell’Azzolina, riportata anche nel suo libro pubblicato nel 2021 e arricchito dalla prefazione della senatrice Liliana Segre.

Dopo il benvenuto del sindaco Lucio Greco, si è subito passati ai ricordi d’infanzia dell’ex ministra che, prima di essere una donna di potere, era una normalissima studentessa del liceo scientifico di Siracusa. Anche lei, come molti studenti, ha vissuto l’esperienza di non possedere “nessuna cultura a casa“, motivo per cui era solita frequentare spesso e volentieri la biblioteca del suo liceo, dove è entrata a contatto con gli autori più importanti della letteratura italiana e straniera.

In quei luoghi ha potuto realizzare il suo sogno di leggere, e nonostante le sue condizioni economiche, anche di formarsi come futura docente e politica.

Dagli scrittori siciliani, innanzitutto, ha dato l’avvio anche alla sua carriera di donna di cultura.

Tengo sempre bene a mente la cosiddetta teoria dell’Ostrica di Verga. Mi fa pensare a come, spesso e volentieri, i ragazzi rimangano ancorati al proprio posto, senza svilupparsi oltre. Questa è una delle condizioni che vive frequentemente in maniera critica la mia terra, la Sicilia”.

Lucia sa bene che la cultura può diventare un ascensore sociale per ognuno di noi, basta solo volerlo ed impegnarsi anche quando le condizioni non sempre lo permettono. Per questo esistono le istituzioni.

Il loro compito è quello di difendere la Costituzione, e di dare nel concreto un valido aiuto a tutti i ragazzi che si muovono incerti nel mondo del futuro e dell’istruzione.

Il suo libro parla soprattutto di una scuole del riscatto, una possibilità per i giovani di realizzare i sogni della propria vita, e di rendere le loro notti più luminose grazie alle costellazioni dei valori etici e morali che promuove la scuola.

La pandemia ha certamente permesso delle grandi difficoltà per gli studenti e dei rischi per la scuola. Ma quando mi chiedono se avrei potuto fare di meglio come ministra, rispondo di no. Tutto quello che ho fatto non è stato il meglio, ma umanamente è stato il massimo”

Lucia Azzolina è stata una ministra nel governo Conte, al centro temporale del peggiore periodo di pandemia che l’Italia ha mai vissuto in questi anni. Tutte le sue scelte tuttavia sono state prese con grande attenzione, compiendo piccoli passi alla volta che hanno cambiato la storia della scuola italiana.

Secondo le sue parole, ad oggi si deve moltissimo al governo Conte che avrebbe permesso vari interventi nel settore scolastico ed un’importante creazione di fondi da spendere per il ripristino e la creazione di nuove strutture scolastiche.

Oggi le possibilità di riscatto per le scuole sono tante, baste solo coglierle. Eppure, l’Azzolina non ha sempre vinto. Alcuni dei suoi progetti sono andati in fumo al momento della caduta del governo; tra questi la possibilità di istituire una classe di concorso singola per il sostegno, argomento molto a cuore per l’ex ministra che da tempo ormai ha lasciato la sua professione di insegnante di sostegno; perciò conosce bene la necessità di avere degli insegnanti motivati e consapevoli del proprio lavoro, che hanno scelto la loro professione per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita e di formazione dei propri alunni.

Alla domanda “Lei cosa ne pensa degli esami di maturità che gli studenti dovranno affrontare quest’anno?”, fatta una ragazza dell’ultimo anno del liceo classico, Azzolina ha risposto rassicurando i giovani e ricordando loro il lavoro effettuato dal precedente governo.

In piena pandemia si dovevano prendere delle soluzioni efficienti, e queste sono state prese solo grazie al dialogo che c’era tra governo e giovani studenti. I precedenti esami hanno preso la forma di un unico colloquio orale, quest’anno invece, secondo l’ex ministra, dovrebbero essere accompagnati anche dalla prova scritta di italiano.

L’incontro è stato chiuso dalle domande dai partecipanti ma anche dalla riflessione della parlamentare:

Gli adulti parlano dei giovani giudicandoli. Ma non parlano con i giovani. Oggi più che mai il governo dovrebbe prendersi cura del futuro dei nostri giovani dando loro tutte le possibilità per realizzarsi ed essere qualcuno. Voi, ragazzi, siete la parte più bella dell’Italia”.

Penso che la partecipazione ad incontri del genere dovrebbe direttamente essere rivolta ai giovani. Tutti noi, parlo da ventenne, abbiamo bisogno di esempi solidi, di una formazione che ci renda pienamente partecipi della società dove viviamo.

Gela ha bisogno di questo, giovani che sappiano prendere la loro vita nelle proprie mani.

Il futuro dell’Italia resterà nostro.

 

 

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