Attualita

La Giornata della Memoria a Gela

Per impedire che accada ancora

Gela – Il Giorno della Memoria non è stato dimenticato a Gela. In ogni scuola attività didattiche per non dimenticare la deportazione degli ebrei. Al Liceo delle scienze umane diretto da Maurizio Tedesco ed i club service della città Fidapa, Inner Wheel, Soroptismist, Leo club, Lions, Lions del Golfo, Rotary e Kiwanis hanno voluto mantenere vivo il ricordo del sacrificio di 6 milioni di ebrei con un lavoro scenico a cura di Massimo Leggio, Alessia Guarneri e Matteo Tomasello che hanno rappresentato il dolore di un popolo e del mondo a venire con la messa in scena di passi scelti dagli autori della letteratura contemporanea, più pregnanti.  Il 27 gennaio  è una ricorrenza internazionale celebrata  per commemorare le vittime dell’Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l’Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell’Olocausto. Il termine olocàusto dal latino tardo holocaustum (holocaustus come agg.) e dal greco tardo ὁλόκαυστον (sinon. del più com. ὁλοκαύτωμα), neutro sostantivato dell’agg. ὁλόκαυστος  che vuol dire «bruciato interamente», comp. di ὅλος «tutto, intero» e καίω «bruciare»], in senso traslato per una forma di sacrificio praticata nell’antichità, spec. nella religione greca e in quella ebraica, in cui la vittima veniva interamente bruciata. Come sono stati bruciati, annientati, distrutti gli ebrei di tante nazioni, vittime sacrificali di un sentimento discutibile votato alla conservazione della razza. Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

All’epoca della Repubblica di Weimar, quindi dal 1919 in poi, gli ebrei tedeschi si sentivano tedeschi a tutti gli effetti, ed erano riusciti ad avere successo e ad arricchirsi. Per i nazisti, gli ebrei erano un pericoloso nemico interno, colpevole di molti dei problemi che affliggevano la Germania. Non sappiamo se all’inizio la retorica di Hitler fosse solo propaganda. Tutto quello che sappiamo è che dopo anni di atroci discriminazioni che rendevano la vita impossibile per gli ebrei tedeschi, nel 1942 la Germania nazista adoperò spazi, uomini e risorse per mettere in pratica ciò che i gerarchi nazisti avevano definito “la soluzione finale”: lo sterminio di tutti gli ebrei.

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