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La bolletta dell’acqua sale, 487 euro a famiglia nel 2022

Bolletta dell’acqua sempre più cara: è salita a 487 euro la spesa media a famiglia nel 2022, con un balzo del 5,5% in un anno e in crescita in tutti i capoluoghi di provincia, ad eccezione di Forlì-Cesena dove è scesa dello 0,6%. Il calcolo arriva dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva in occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo. Bolletta, peraltro, che per molte famiglie risulta incomprensibile, dice l’Istat.
E l’Italia si conferma in vetta in Europa per i consumi: la media europea è di 120 litri per persona al giorno e quella italiana sfiora il doppio, a 236 litri calcola l’Osservatorio.

In tempi di siccità non solo servirebbe risparmiare sull’uso dell’acqua ma anche intervenire contro le perdite che in fase di distribuzione raggiungono il 42,2% dell’acqua immessa in rete in Italia, con punte del 62% in Basilicata. Secondo l’Istat, il volume di acqua disperso nel 2020 avrebbe soddisfatto le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un intero anno. I dati “disastrosi della rete idrica colabrodo” sono all’attenzione delle Corti dei Conti regionali, dove il Codacons ha denunciato tutte le omissioni da parte degli enti locali che hanno fatto poco o nulla per risolvere tale criticità.

Le perdite di rete nelle regioni del Sud sono circa il 47% contro il 31% del Nord-Ovest, mentre gli investimenti realizzati in Italia nel settore idrico raggiungono i 56 euro annui per abitante, in crescita del 17% dal 2019 e del 70% dal 2012, spiega Utilitalia nel nuovo Blue Book, la monografia completa dei dati del Servizio idrico integrato, precisando che sono numeri ancora lontani dalla media europea degli ultimi 5 anni, che è 82 euro per abitante.

Obiettivo prioritario degli investimenti è il contenimento delle perdite idriche (22%). Seguono il miglioramento della qualità dell’acqua depurata (18% del totale) e gli investimenti nelle condotte fognarie (14%). La stima degli investimenti realizzati dai gestori industriali nel 2021 per il Centro Italia è pari a 75 euro l’anno per abitante, seguito dal Nord-Est (56 euro) e dal Nord-Ovest (53 euro). Decisamente più bassa la stima per il Sud, pari a 32 euro l’anno per abitante. Ancora bassissimi i dati relativi alle gestioni “in economia”, dove gli enti locali si occupano direttamente del servizio idrico: qui gli investimenti medi annui si attestano a 8 euro. Nella statistica dell’Istat sull’acqua per gli anni 2020-2022, si evidenzia, tra l’altro, che il 29,4% famiglie non si fida a bere dal rubinetto, un dato stabile sul 2021. Per garantire la qualità dell’acqua fino al rubinetto il 27,9% dei volumi prelevati nel 2020 è sottoposto alla potabilizzazione per la rimozione delle sostanze contaminanti (come nel caso della filtrazione), e il restante 72,1% alla disinfezione o non subisce alcun trattamento. Casi sporadici, questi ultimi, “generalmente associati a sorgenti di alta quota o a pozzi utilizzati a pieno regime, dove la qualità dell’acqua è buona ed è immessa direttamente in distribuzione, senza serbatoi di accumulo”, spiega l’Istat. (ANSA)

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