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Il catechismo sul rispetto dell’ambiente

«Dio vide che era cosa buona» (Gen 1,25). Lo sguardo di Dio, all’inizio della Bibbia, si posa dolcemente sulla creazione. Dalla terra da abitare alle acque che alimentano la vita, dagli alberi che portano frutto agli animali che popolano la casa comune, tutto è caro agli occhi di Dio, che offre all’uomo il creato come dono prezioso da custodire. Su questa base verrà sviluppato, quest’anno,il catechismo avviato qualche giorno fa nella parrocchia Santa Maria Ausiliatrice di Butera. Un tema scottante che si innesta nella polemica internazionale innescata dalla ragazzina Greta che ha coinvolto tutto il mondo. “I bambini devono capire che è la natura, creata da Dio, l’ambiente dove è stato posto l’uomo – dice il parroco Padre Aldo Contraffatto – ed è da rispettare con ogni gesto quotidiano. Tutto obbedisce ad un disegno, ogni ecosistema, ogni comportamento di animali o piante, e non deve essere alterato”.

Tragicamente, la risposta umana al dono è stata segnata dal peccato, dalla chiusura nella propria autonomia, dalla cupidigia di possedere e di sfruttare. Egoismi e interessi hanno fatto del creato, luogo di incontro e di condivisione, un teatro di rivalità e di scontri. Così si è messo in pericolo lo stesso ambiente, cosa buona agli occhi di Dio divenuta cosa sfruttabile nelle mani dell’uomo. Il degrado si è accentuato negli ultimi decenni: l’inquinamento costante, l’uso incessante di combustibili fossili, lo sfruttamento agricolo intensivo, la pratica di radere al suolo le foreste stanno innalzando le temperature globali a livelli di guardia. L’aumento dell’intensità e della frequenza di fenomeni meteorologici estremi e la desertificazione del suolo stanno mettendo a dura prova i più vulnerabili tra noi. Lo scioglimento dei ghiacciai, la scarsità d’acqua, l’incuria dei bacini idrici e la considerevole presenza di plastica e microplastica negli oceani sono fatti altrettanto preoccupanti, che confermano l’urgenza di interventi non più rimandabili.

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