Politica

Da quasi ministro a quasi “disoccupato”: la parabola di Cancelleri

Può toccare il cielo con un dito, oppure tornare su una terra che nel frattempo non è più quella che lasciato. Giancarlo Cancelleri in queste ore si è chiuso nel massimo silenzio e sta a mezz’ aria, guardando in alto per non vedere in basso, dove di certo non lo aspettano a braccia aperte.

Il 13 settembre del 2019 Cancelleri, fino a quel giorno volto e leader indiscusso del Movimento 5 stelle in Sicilia, si dimise dall’Ars per scommettere tutte le sue carte sul governo Conte bis. Per lui era già pronta la nomina a sottosegretario al ministero delle Infrastrutture con la sponsorizzazione di Luigi Di Maio e la stima di Giuseppe Conte in persona. Unico caso di dimissioni prima della fine del mandato nel Movimento per andarsi a sedere su un’altra poltrona, tanto che in casa 5 stelle in molti in quei giorni storcevano il naso, uno su tutti: l’europarlamentare Dino Giarrusso. Ma il futuro sembrava roseo e Cancelleri quel giorno di settembre decise di scommettere su una carriera romana, su un ruolo nel palcoscenico nazionale. Adesso però su quel palcoscenico è calato il sipario e quando si riaprirà, stavolta con attore principale Mario Draghi, non è detto che ci sia spazio per lui, che con un Conte ter puntava, senza farne troppo mistero, a un ruolo da ministro.

Un ruolo che Di Maio e lo stesso Conte gli avevano prospettato. Così quando l’odiato Renzi ha aperto la crisi, Cancelleri non si è stracciato le vesti più di tanto, e quando il leader di Italia Viva ha chiesto la testa del ministro conterraneo Alfonso Bonafede, il primo a scaricarlo dicendo che «nessuno è indispensabile » è stato proprio lui con una intervista a “ La Stampa” che ha fatto andare su tutte le furie l’ex titolare della Giustizia. Ma Cancelleri in quelle ore non si preoccupava molto dei malumori di Bonafede, perché dalle ceneri del Conte due poteva nascere un nuovo governo con lui ministro del Sud o delle Infrastrutture.

Non è detto che il sogno non si avveri anche con Draghi, ma la strada è tutta in salita e per lui il rischio di rimanere fuori dal valzer di poltrone, e dal conseguente stipendio, è più che concreto. In quest’ultimo caso dovrebbe tornare a guardare per terra, alla sua terra, nel frattempo molto cambiata rispetto a quando era per lui una accogliente e soffice culla. A partire dal lavoro: l’azienda di Caltanissetta che produceva serbatoi, dove ha iniziato a fare il magazziniere per poi essere promosso geometra, la Csm di Salvatore Lo Cascio, non c’è più. Ma anche sul fronte politico le cose sono cambiate: il Movimento 5 stelle di Sicilia non lo accoglierebbe a braccia aperte. Nel gruppo all’Ars in pochi gli hanno perdonato la scelta di dimettersi per « sedersi su un’altra poltrona » .

Non a caso nessuno ha avuto il coraggio di cancellarlo dalla chat dei deputati regionali, ma nel gruppo ne hanno creata un’altra senza di lui. Inoltre appena varcata la soglia di Palazzo dei Normanni, nei corridoi dorati del gruppo è iniziata la corsa alla sua successione e al momento sembra averla spuntata il giovane e arrembante Luigi Sunseri, uno dei candidati in pectore alle prossime regionali come possibile governatore in una alleanza con i dem, l’artefice del vincente “modello Termini”. Ma soprattutto uno che insieme a molti nel gruppo è saltato dalla sedia quando ha letto le indiscrezioni su una possibile terza candidatura a presidente di Cancelleri.

Sunseri e gli altri ne hanno ben donde: perché Cancelleri, arrivato nel 2012 all’Ars in bicicletta e polo verde, in questi anni, oltre ad aver lanciato la sorella alla Camera per due mandati, è passato a una più comoda auto, veste sempre in giacca e cravatta e ha imparato l’arte della politica che guarda sempre un po’ avanti: quanto basta per non restare fuori dal giro. Ed ecco che, forte del rapporto con Conte in persona, è pronto a diventare anche il leader di una possibile lista- contenitore dell’ex presidente del Consiglio, già dallo stesso Cancelleri più volte auspicata. Un progetto che potrebbe avere come laboratorio, espressione abusata ma a volte calzante, proprio la Sicilia: le regionali nell’Isola dovrebbero anticipare il voto nazionale, e perché non provare una lista di Conte con in testa Cancelleri? In un colpo solo l’ex deputato ed ex sottosegretario potrebbe sbarazzarsi dei limiti del secondo mandato e diventare l’uomo di Conte nell’Isola. Una cosa è certa: in casa Cancelleri le ambizioni non mancano mai. (rep)

 

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