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Come funziona con il Green Pass da domenica 1° maggio.

Da questa domenica 1° maggio, come prevede l’ultimo decreto Covid del 24 marzo, l’Italia dirà praticamente addio al Green Pass. A differenza delle mascherine, il governo non ha cambiato idea in nessun modo. Il certificato verde che dimostra l’avvenuta vaccinazione o la realizzazione di un tampone nelle ultime 72 ore non sarà più richiesto in praticamente tutti i luoghi in cui finora era obbligatorio. Niente più Pass, quindi, in: treni, traghetti e pullman intra-regionali, bar e ristoranti al chiuso, aerei, palestre e piscine al chiuso, convegni e congressi, discoteche e sale da gioco, teatri, cinema, concerti, feste e cerimonie.

Non ci saranno più, quindi, sostanziali distinzioni tra il Green Pass base, che si ottiene con vaccinazione o tampone negativo (rapido oppure molecolare) e il Super Green Pass. Entrambi saranno sostanzialmente archiviati, con il governo che rivendica il dato del 96,22% della popolazione “protetta” dalla dose booster o dalla guarigione dopo la seconda dose. Questo nonostante ci siano ancora circa 60/70mila casi e più di 100 morti al giorno.

Da domenica gli unici luoghi sul territorio italiano in cui sarà obbligatorio esibire il Green Pass saranno ospedali ed Rsa, dove chiunque entra dovrà avere la certificazione verde. Quella richiesta sarà la versione “rafforzata”, che si ottiene solo tramite vaccinazione o guarigione dal Covid. L’obbligo varrà fino al prossimo 31 dicembre. Se poi si decide di viaggiare il Green Pass potrebbe ancora essere necessario, ma solo nella sua forma base. Le regole cambiano a seconda dei Paesi di destinazione, ma sicuramente la certificazione verde continua ad essere obbligatoria per l’ingresso nei Paesi dell’Unione europea: verrà richiesto di esibirla all’arrivo nella nazione prescelta.

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