Musica

La lunga notte dei Maneskin in Arena, tra rock e Ucraina

Era il settembre 2019 quando i Maneskin esibirono dal vivo per l’ultima volta in Italia, al Carroponte di Milano. Giovane band in cerca di un posto al sole.
Un altro mondo, un’altra vita. Poi è arrivata la vittoria al festival di Sanremo, quella all’Eurovision Song Contest, i premi, i riconoscimenti, i singoli da milioni di streaming, i dischi d’oro, di platino, di diamante. Il successo in Europa e negli Stati Uniti. E al posto dei quattro ragazzi romani ci sono oggi quattro rockstar internazionali, che un po’ lo sono e un po’ giocano a farlo (con Damiano che simula amplessi sul palco e raccoglie rose e reggiseni lanciati dalla ragazzine impazzite, ma poi saluta anche “Ciao, famiglia”) e che hanno scelto l’Arena di Verona, piena fino all’ultimo degli oltre 12mila posti disponibili, per tornare finalmente ad esibirsi in Italia accolti da una folla adorante e pronta a cantare a squarciagola ognuna delle 22 canzoni in scaletta, a pochi giorni dalla doppia esibizione al Coachella festival.
“Che facciamo, cominciamo?”, ha aizzato il pubblico (in fila già dal pomeriggio) Damiano appena salito sul palco (con al centro una pedana a forma di M rossa), con una giacca rosa acceso che abbandona ben presto per rimanere con un top scintillante (che toglierà sul finale restando a torso nudo), prima di attaccare subito con Zitti e Buoni, la hit che ha cambiato la storia della band negli ultimi due anni. Una carrellata energica ed emozionante lunga poco meno di due ore, in cui il frontman insieme a Victoria al basso (che ha festeggiato il suo 22/o compleanno con tanto di coro di auguri dei 12mila), Thomas alla chitarra ed Ethan alla batteria non si sono risparmiati. Spingendo sull’acceleratore del rock con Mammamia, I wanna be your slave, ma toccando anche le corde dell’emozione quando è stato il momento di farlo, con Coraline, Torna a casa o Ventanni in versione acustica dal Palco Reale.
A metà concerto arriva anche Manuel Agnelli, che eccita gli animi ancora più di quanto non lo fossero già, per Amandoti.
E dopo il “fuck Putin” urlato al Coachella, i Maneskin hanno voluto nuovamente gridare il loro no alla guerra. Damiamo prima di intonare Gasoline ha recitato in inglese il discorso all’Umanità di Charlie Chaplin ne Il Dittatore, mostrando la bandiera giallo-blu dell’Ucraina e chiudendo con “Voi, il popolo, avete la forza di fare si che la vita sia bella e libera”. “Ci sono dei momenti in cui dobbiamo scendere dalla sedia del privilegio e usare quel privilegio per aiutare chi non ce l’ha”.
Verso la fine del concerto (“Ma quanti cazzo siete? Eh, sono bravo a dire parolacce. Vi siamo mancati mentre eravamo in America?”), Damiano invita qualche decina di fan sul palco che increduli non smettono di riprenderlo con i loro cellulari.
L’estate 2022 li vedrà protagonisti in alcuni festival mondiali come il Rock Am Ring & Rock Im Park, Reading & Leeds Festival, Lollapalooza (a Stoccolma, Parigi e infine Chicago), Rock Werchter, passando anche per il Rock in Rio in Brasile e molti altri. In Italia torneranno per due date, il 23 giugno a Lignano Sabbiadoro e il 9 luglio al Circo Massimo a Roma. Il 2022 proseguirà poi con l’inizio del loro primo tour mondiale: il Loud Kids Tour (53 concerti, oltre alle 23 date estivi) li porterà, dall’autunno, nei principali club e palasport del Nord America e Europa, oltre che nei palazzetti italiani.
“Grazie Arena, grazie Verona. Vi vogliamo bene”, hanno salutato i quattro ragazzi prima di far calare il sipario sulla serata.

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