CronacaDall'Italia

Slitta a martedì la firma. Nuovo Dpcm, coprifuoco alle 18 o alle 21 e restrizioni alla mobilità tra regioni. Chiusi i musei

Il lavoro sul Dpcm che Giuseppe Conte illustrerà oggi alle Camere si concentra su diversi punti: chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, riduzione della capienza nei trasporti pubblici dall’80 al 50 per cento. Chiusura dei musei e stop alla circolazione tra le regioni sono alcuni dei provvedimenti che dovrebbero essere adottati. Per le regioni più colpite sono previste misure ancora più severe: giù le saracinesche di bar e ristoranti anche a pranzo ed estensione della didattica a distanza alla seconda e terza media, insieme a veri e propri lockdown nelle aree più critiche. Ancora in discussione invece l’orario del coprifuoco: non più alle 18 nelle cosiddette ‘zone rosse’ ma l’idea, su cui si ragiona, è quella di estenderlo alle 21 per tutta Italia. Anche se il Cts, a quanto si apprende da fonti della maggioranza, non sarebbe d’accordo, preferendo invece le 18 per tutto il Paese.

Intanto, è in corso dalle 8 di mattina la riunione dei capidelegazione con il presidente del consiglio Giuseppe Conte. Il nuovo incontro tra governo e i presidenti di Regione (dopo quello interlocutorio di domenica mattina) è invece fissato alle 9. Il premier illustrerà al Parlamento (alle 12 alla Camera e alle 17 al Senato) l’orientamento che intende dare al nuovo Dpcm.

Le tensioni con le Regioni

Sui provvedimenti da adottare manca ancora l’accordo nella maggioranza. Italia viva è contraria al coprifuoco alle 18 e ritiene irrealizzabile la capienza al 50% dei mezzo pubblici a metà senza investire per aumentare le corse. Ma un braccio di ferro è in corso anche tra governo e presidenti delle Regioni su chi debba assumersi la responsabilità di possibili lockdown locali. I governatori frenano, perché non vogliono che l’onere di trasformare in zone rosse le grandi città (sorvegliate speciali Torino, Milano e Napoli). Ecco perché la firma del decreto potrebbe slittare a martedì. Serve tempo per consentire di risolvere i nodi che ancora sono aperti con le Regioni, che vogliono una copertura normativa nazionale (oltre che ulteriori risorse per gli indennizzi) prima di adottare misure ancora più restrittive a livello locale.

Franceschini: misure più forti dove contagi maggiori

«La filosofia su cui stiamo ragionando» con il Dpcm «immagina misure rafforzative a livello nazionale ma in particolare misure più forti in regioni con contagio» più alto, con Rt (l’indice di contagio, ndr) sopra 1,5, ha detto in serata il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, che ha anche annunciato: «Con i passi avanti che faremo chiuderanno anche i musei». Era stato il ministro per i rapporti regionali Francesco Boccia a chiarire in mattinata a governatori e sindaci che un’ulteriore stretta sarebbe scattata in automatico con i contagi al di sopra delle soglie d’allarme, ricordando che ci sono 11 Regioni con Rt oltre 1,5 e 2 Regioni oltre 2. In base ai dati contenuti nel monitoraggio settimanale del Ministero della Salute-Iss, relativo alla settimana 19-25 ottobre 2020 Piemonte e Lombardia sono rispettivamente a 2.16 e 2.09. La provincia autonoma di Bolzano è vicina al 2 (1.96). Hanno superato la soglia dell’Rt 1.5 la Valle d’Aosta (1.89), il Molise (1.86), l’Umbria (1.67), la Calabria (1.66), la Puglia (1.65), l’Emilia Romagna (1.63), la Liguria (1.54)e il Lazio (1.51). Provincia Autonoma di Trento Rt (1.5) e Friuli Venezia Giulia sono a 1.5. Mentre in Campania l’Rt è poco al di sotto, a 1.49. (Il sole 24 Ore)

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