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Palermo, funzionari corrotti e truffe sui fondi per l’agricoltura. Blitz della Procura europea, 12 arresti

Le pratiche venivano “aggiustate”, i finanziamenti in agricoltura sarebbero stati pilotati da funzionari corrotti. Gli investigatori del nucleo di polizia economica finanziaria di Palermo hanno scoperto una maxi truffa all’Unione europea, allo Stato e alla Regione siciliana. La Procura europea ha fatto scattare un blitz stanotte: 12 persone sono andate agli arresti domiciliari, fra loro ci sono cinque funzionari dell’Ispettorato provinciale dell’agricoltura e due funzionari degli Uffici intercomunali dell’agricoltura. Altri dieci indagati hanno ricevuto un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: fra loro, un dirigente e un funzionario dell’Ipa e tre funzionari dell’Uia.

Pesanti le accuse contestate dai procuratori europei delegati Geri Ferrara e Amelia Luise a funzionari, imprenditori e professionisti: associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, abuso d’ufficio, falso, distruzione e occultamento di atti e rivelazioni di segreto d’ufficio. L’inchiesta riguarda 18 pratiche per la concessione dei finanziamenti per l’agricoltura – europei e nazionali – nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2007/2013 e 2014/2020. Finanziamenti gestiti appunto dall’Ispettorato provinciale dell’agricoltura della Regione siciliana. In totale, 2,5 milioni di euro che sarebbero stati razziati. E, adesso, scatta il sequestro per equivalente.

La Guardia di finanza parla in un comunicato di un “sodalizio criminale composto da funzionari e professionisti del settore, in grado di condizionare le scelte della pubblica amministrazione al fine di consentire l’ammissione al finanziamento pubblico di progetti presentati per il tramite di studi tecnici operanti nel palermitano”. Dalle intercettazioni sono emersi rapporti privilegiati fra funzionari pubblici e studi professionali.

Agli arresti domiciliari sono finiti Filippo Cangialosi, 58 anni, funzionario Ipa Palermo; Ciro Spinella, 67 anni, agronomo; Riccardo Puccio, 48 anni, ingegnere; Francesco Sclafani, 73 anni, ingegnere; Antonio Barcia, 45 anni, agronomo, tutti di Marineo; e ancora Giuseppe Salerno, 63 anni, Gangi, funzionario Uia delle Petralie; Giovanni Burriesci, 58 anni, Mezzojuso, funzionario Uia Misilmeri; i funzionari dell’Ipa di Palermo Maria Spata, 60 anni, di Bagheria, Carlo Alfano, 63 anni, di Palermo, Giuseppe Vitale, 58 anni, di Palermo, Giuseppa Fricano, di 54 anni, Bagheria, e infine l’imprenditore agricolo di Santa Flavia Giovanni Scaduto, di 62 anni.

Durante l’istruttoria, sarebbero stati sostituiti documenti non validi. Durante la rendicontazione, spiega la Finanza, “sarebbero state rallentate fraudolentemente le procedure di collaudo e controllo così da evitare l’applicazione di penali, ovvero la decadenza o la revoca dei contributi già erogati”. Le indagini hanno fatto poi emergere due casi di corruzione: un funzionario avrebbe avuto in cambio la consulenza dello studio coinvolto nella truffa per una pratica riguardante la figlia; un altro funzionario avrebbe ricevuto in cambio l’assunzione della figlia.

“La corruzione purtroppo si conferma per il nostro Paese un vero e proprio cancro da estirpare – dice il colonnello Gianluca Angelini, il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo – produce effetti devastanti per l’economia, per la concorrenza a scapito degli imprenditori rispettosi delle regole, nonché per l’accessibilità e la qualità dei servizi. La corruzione produce anche danni irreparabili alla fiducia che i cittadini devono poter riporre nei confronti di chi svolge funzioni pubbliche”.

Il colonnello Angelini ricorda che “fondamentale è il corretto impiego dei fondi pubblici, europei e nazionali, che in un territorio come quello siciliano possono rappresentare una reale occasione di sviluppo, un vero volano per la crescita del tessuto economico-imprenditoriale e per i connessi riflessi in termini occupazionali: obiettivi questi che si possono raggiungere solo a condizione che i finanziamenti vengano percepiti da chi ne ha effettivamente titolo e che siano utilizzati realmente per le finalità per le quali sono erogati”.

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