Prende il via la candidatura UNESCO dell’identità culturale della Valle del Gela
Gela – C’è chi non ci credeva, chi l’ha messo in ridicolo e chi lo sponsorizza. Di fatto le bellezze di Gela non vengono veicolate nè alcuna amministrazione comunale se n’è mai preoccupata. Chi arriva all’aeroporto di Catania vede sfilare sotto i suoi occhi i monumenti e i personaggi siciliani, i templi di Agrigento, le chiese di Modica, Pirandello: mancano le mura Timoleontee, Eschilo e Pitagora. Non si arrendono i soci del club per l’Unesco che mandano avanti il progetto di Gela che coinvolge tra i promotori oltre al presidente Giuseppe Nicoletti, il prof. Alessandro Morselli docente dell’Università Unitelma Sapienza e componente del comitato scientifico regionale per il Piano Strategico Sicilia 2030, l’ing.Giuseppe Morselli del volontariato culturale, l’arch, Ennio Turco Direttore del Polo Museale Regionale di Gela ed i comuni di Gela, NIscemi e Butera.
La Candidatura dell’Identità Culturale della Valle del Gela, sottolinea l’importanza della tutela e valorizzazione del Patrimonio e del Paesaggio culturale ed ha come obiettivo di definire l’identità culturale del contesto della Valle con le città che la contornano, Gela, Butera e Niscemi, con i suoi valori storici, naturalistici ed etnoantropologici, seguendo il percorso della presenza e dell’operosità dell’uomo nel territorio per trasmetterne i valori delle radici storiche e dell’identità culturale alle future generazioni. Il percorso storico della Candidatura Unesco evidenzia gli interessi economici, politici e militari che da millenni interessano la Valle del Gela, le cui manifestazioni hanno lasciato tracce e segni indelebili che ne fanno un sito unico pieno di significati universali come la Pace ( Congresso di Pace nel 424 a.c. ) e la Libertà (Operazione Husky dello Sbarco degli Americani ) e di valori storici, per le testimonianze uniche ed eccezionali delle civiltà preistoriche del Neolitico (le Necropoli rupestri di Dessueri, Monte Canalotto, Manfria,,Mangiova e Settefarine, tra le più importanti ed estese del Sud Italia, le Necropoli protostoriche Paleocristiane di Grotticelle, la Pietra Calendario del IV-Ill millennio a.c.. La successiva epoca attenzionata dal percorso storico è quella della civiltà della Magna Grecia, con i reperti del Museo Archeologico, I Bagni Greci, l’Acropoli greca di Mulino a Vento, l’Emporio arcaico di Bosco Littorio, le Fortificazioni Greche, i reperti delle Navi Greche, la Colonna Dorica e gli altri reperti archeologici del Parco Archeologico Regionale di Gela. L’Epoca Romana vide la Valle del Gela come il Granaio di Roma per la produzione di grano duro che ancora oggi è un elemento caratterizzante l’identità del territorio per la successiva trasformazione in prodotti tipici dell’enogastronomia locale a cui l’identità culturale della Valle deve molto. Il percorso storico della Candidatura raggiunge la successiva Epoca Federiciana con le importanti testimonianze del Castelluccio e del Centro storico di Gela, di Butera con il meraviglioso Castello Arabo-Normanno risalente agli inizi del Xll secolo ed il Castello di Falconara edificato prima dell’854, ampliato dagli Arabi e dopo nel XII secolo dai Normanni. L’itinerario storico dell’Identità culturale della Valle del Gela arriva alla Niscemi Arabo• Normanna con il Centro storico seicentesco di stile Barocco e le sue pregevoli chiese ricostruite dopo il terremoto del 1693 ed alla Torre di Manfria, roccaforte di avvistamento costiero risalente alla metà del 1500. L’operosità dell’uomo nella Valle e l’aspetto etnoantropologico sono testimoniati · dai reperti custoditi nel Museo Civico Etnoantropologico di Niscemi.
La bellezza dei paesaggi e l’eccezionale valore scientifico della flora e della fauna della Valle sono da corollario ad un contesto ambientale da millenni ospitale e favorevole per le attività dell’uomo, per la flora e la fauna le cui testimonianze delle riserve naturalistiche la Sughereta di Niscemi, ed il Lago Biviere di Gela sono degli unica.
La candidatura Unesco sottolinea l’eccezionale valore scientifico e faunistico della presenza della più grande colonia in Italia di cicogne bianche che da qualche decennio vengono a nidificare nella Valle del Gela
Le tradizioni popolari, religiose e folkloristiche della Valle del Gela affondano le radici nella notte dei tempi e sono legati ai cicli della semina e dei raccolti o ai ringraziamenti per le grazie ricevute. La Festa di San Giuseppe a Gela e Niscemi, con i caratteristici altari e le cene allestiti con fini tendaggi e veli e pieni di ogni genere alimentare, pane, pasta, frutta fresca e secca, dolci tipici. La.Festa di San Rocco ed il Corteo degli Apostoli per la Domenica delle Palme a Butera. A Gela, la Festa di San Francesco, ‘do Santu Patri e della Madonna delle Grazie con il particolare rito della benedizione dei bambini e della processione delle candelore con i fedeli a piedi scalzi fino a notte fonda e la Festa della Madonna dell’Alemanna, padrona della città sin dal 1450, anno di ritrovamento dell’icona di stile bizantino, sotterrata durante. le incursioni saracene tra il XIV ed il XV secolo . dai Cavalieri Teutonici di Santa Maria dell’Alemanna, chiamati da Federico II di Svevia. A Maria dell’Alemanna gli abitanti di Gela attribuiscono gli scampati pericoli del terremoto del 1693 e dei bombardmenti del 10 luglio 1943. I festeggiamenti delle patrona di Gela, sono l’occasione per rievocare folklore e giochi con la cuccagna a mare e il Palio dell’Alelmanna, un corteo storico con sbandieratori, tamburi giocolieri e cavalieri che rievocano l’epoca Medievale. La concentrazione nel territorio della valle del Gela di un così importante mix di elementi culturali di eccezionale valore storico, scientifico, etnoantropologico e paesaggistico, di tradizioni, consuetudini sociali, e valori spirituali e la conservazione di un ruolo sociale attivo nella società contemporanea strettamente associato ad un modo di vita tradizionale nel quale il processo evolutivo continua in processo naturale di flora e fauna da tutelare, sono alla base dell’identità culturale come valore che va al di là di quello degli elementi che lo compongono e ne legittima l’inserimento nella Tentative List dell’Unesco, perché possa essere tramandata alle generazioni future e sia da motore per lo sviluppo turistico ed economico delle popolazioni. Il progetto prevede il support delle consulenze scientifiche dell’Università UNITELMA della Sapienza di roma sede di cattedra Unesco sul patrimonio culturale, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, di esperti del mondo culturale ed economico e la partecipazione dei comuni di Gela, Butera e Niscemi. Tra gli sponsor ha dato la sua disponibilità anche una banca di interesse territoriale