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Orazio Marinelli, testimone dell’eccidio di Cefalonia, non c’è più

Gela – Si è spento nella notte, a 99 anni, il gelese Orazio Marinelli, uno degli ultimi reduci dell’eccidio di Cefalonia, una delle pagine italiane più buie della II Guerra Mondiale. A settembre del 1943, in Grecia, la divisione Acqui scelse di non arrendersi. Le truppe tedesche davanti al rifiuto di consegnare le armi, sterminarono migliaia di soldati italiani. Soltanto in 4000 sopravvissero. Tra questi c’era Orazio, che dopo essere stato colpito da una bomba si confuse fra i morti e fu gettato nelle fosse comuni. Risvegliatosi 10 ore dopo iniziò a vagare e nascondersi dai tedeschi per nove mesi, assumendo anche un nome in codice per poi essere rimpatriato in Italia insieme ai connazionali sopravvissuti e nel frattempo rintracciati. La storia di Orazio Marinelli, dopo essere venuta alla ribalta girò l’Italia, tra studiosi e appassionati della storia di  Cefalonia,  felici di aver scoperto un altro reduce ancora in vita.  A Gela fu premiato dai Templari Poveri Cavalieri di Cristo. Anche il gelese Orazio,dunque, ha dato il proprio contributo alla libertà, combattendo per la propria patria. “Ogni giorno penso alla bandiera italiana, con onore” – aveva dichiarato. Ora si è spento circondato dall’affetto dei suoi cari. I funerali si terranno domani, alle 16:30, presso la chiesa s. Domenico Savio.

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