Attualita

F. d. I. :”gestione della sanità lenta”

Gela – E’ innegabile che il momento storico che stiamo vivendo spaventa tutti, a diversi livelli:

medici, infermieri, personale OSS in trincea contro il corona virus, nonché politici istituzioni e comuni cittadini.

Siamo tutti accumunati da questo timore e dal desiderio di combattere questo mostro e ritornare alla nostra quotidianità.

In tutto ciò, è fondamentale non perdere la lucidità e far sentire la popolazione tutelata e protetta nel modo più adeguato possibile.

Si registra uno stato di confusione ed incertezza nelle informazioni relative alle procedure di esecuzione del tampone rinofaringeo in provincia di Caltanissetta ed a Gela.

L’ordinanza del 20.3.2020 della Regione Siciliana, individua la scala di priorità dei soggetti da sottoporre a tampone (priorità assoluta ai medici ed al personale sanitario presente in prima linea nei presidi ospedalieri; a seguire vi sono i professionisti  di Medicina generale, i pediatri di libera scelta e il personale dei presidi di continuità assistenziale).

Nel rispetto dell’ordine di priorità stabilito dall’Ordinanza sopracitata, oggi, purtroppo, si attesta una gestione dell’emergenza in maniera lenta e confusionaria tanto da un lato di esecuzione dei tamponi, tanto dal lato di tutale dei soggetti maggiormente esposti a rischio contagio.

In particolare, sembrerebbe che il personale sanitario ospedaliero, i medici di famiglia ed i pediatri tutti in trincea nella lotta contro all’epidemia del Covid19, stiano svolgendo il proprio importantissimo lavoro, in carenza delle tutele necessarie per evitare il contagio per se stessi rischiando, di conseguenza, di assumere a loro volta le vesti di potenziali untori del virus.

E’ impensabile che, come già denunciato dai sindacati di riferimento, a gran parte del personale medico- sanitario operativo nell’emergenza sanitaria in atto, non sia ancora stato eseguito il tampone e che sia costretto a lavorare con dispostivi di protezione individuale inadeguati e insufficienti, nonché una individuazione e delimitazione dei locali specifici per i malati di Covid19 al fine di evitare promiscuità tra il percorso COVID e accesso ai pazienti ordinari.

Anche se nel nord Italia i contagi tendono a stabilizzarsi, al sud, ed in particolare in Sicilia dove sono rientrati oltre 30.000 lavoratori dal resto del territorio nazionale, la situazione è decisamente precaria: l’ordine dei medici di Palermo ha lanciato l’allarme, pubblicato nell’edizione di sabato scorso sul quotidiano Repubblica di Palermo, sul rischio di presenza di oltre 6000 contagiati da coronavirus nascosti e presenti sul territorio siciliano.

A tal proposito, il timore è rappresentato dalla consapevolezza che molti dei 30.000 lavoratori rientrati risiedano nella provincia di Caltanissetta e, soprattutto, nel comune di Gela.

Sappiamo che questi, dopo essere rientrati, con senso di responsabilità si sono autodenunciati e sottoposti alla quarantena volontaria soggiornando e lontani dalle loro famiglie. 

Questi lavoratori che, dopo aver terminato il periodo di quarantena senza aver incontrato alcuno, oggi rimangono in attesa di essere sottoposti al tampone che attesti le loro condizioni di salute.

Purtroppo, la lentezza nelle procedure di esecuzione e l’ inadeguata informazione lascia questi padri di famiglia nell’incertezza più totale su quando potranno rientrare al proprio focolare domestico e stare vicino ai propri cari, ai propri figli.

È questa la posizione emersa dal gruppo dirigente e dalla base militante del partito che ha trovato la sintesi con il prezioso contributo, fra gli altri, di Ignazio Raniolo, Giuseppe Caruso, Guglielmo Piazza, Francesco Giocolano, Danilo Arancio, Pierangelo Vasile, Giuseppe Sirchia, Filippo Giusto, Francesco Minardi, Corrado Maranci, Elio Romano, Amalia Domicoli, Giacomo Di Dio, Fabio Leopardi, Marco Antonio Maniscalco, Orazio Trainito. 

Su questi temi, il Coordinatore Cittadino Totò Scuvera sottolinea che il contributo del partito locale, dei nostri dirigenti e militanti, e’ sempre rivolto all’ interesse della città e del cittadino. Inoltre, ringrazia tutti coloro che oggi sono in tricea a lottare contro questo nemico invisibile, invitando e invita la cittadinanza a restare a casa e non mollare perché, solo così, è possibile limitare il rischio di veicolazione del virus.

È importante agire con tempestività, visto che nelle prossime settimane potrebbe esserci in Sicilia il picco dei contagi. 

E’ un bene sapere che da qualche giorno hanno iniziato a fare i tamponi e che hanno individuato un allocazione migliore  al percorso COVID-19 rispetto a quello attuale presso l ospedale di Gela, ma ci auguriamo che il tutto, ed in particolare l’apertura del reparto di malattie infettive, possa attuarsi e concludersi in tempi strettamente brevi per poter essere pronti a fronteggiare qualsiasi emergenza.

Per le ragioni di cui sopra, il Fratelli d’Italia di Gela invita la Direzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta a mettere in atto tutte le azioni e le procedure utili al fine di garantire la maggior tutela della salute dei cittadini e la sicurezza del personale medico -sanitario, volontari impegnati in prima linea ed a fornire, altresì, informazioni chiare e specifiche al Sindaco ed alla cittadinanza tutta in merito alla gestione ed alla programmazione dell’emergenza sanitaria, sull’esecuzione dei tamponi per tutti i soggetti destinatari, sulla realizzazione e individuazione del percorso COVID presso il P.O. del Vittorio Emanuele di Gela, sui tempi di apertura del reparto di malattie infettive presso la medesima struttura ospedaliera e sull’attuazione delle ordinanze emanate dal Governo regionale contenenti le misure utili e necessarie per contenere e limitare i contagi.

Il coordinatore provinciale Angelo Cascino, infine, dichiara: “l’ obbiettivo comune è quello di vincere questa guerra contro un nemico infimo e spietato, per questo faccio appello alla coscienza di ogni cittadino, ricordando a tutti di stare a casa. Ringrazio, chi oggi ha la responsabilità di governare e di dirigere la lotta contro questo mostro invisibile e cioè i sindaci di ogni comune della provincia, volontari, personale medico e paramedico, i quali sono in prima linea in questa lotta impari. Ai dirigenti Asp, nonostante le critiche mosse, chiedo di agire secondo coscienza e di non esitare a compiere ogni atto volto alla tutela di ogni anima”.

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