Attualita

Il Forum siciliano per l’acqua di Caltanissetta contesta le tariffe e chiede interventi

Un incontro urgente che «consenta ai nostri rappresentanti di esporre le preoccupazioni maturate da anni di presenza sul territorio e da uno studio approfondito delle tematiche della gestione del servizio idrico, finalizzato esclusivamente a tutelare il diritto della nostra comunità ad accedere ad un servizio pubblico essenziale che abbia caratteristiche di trasparenza, efficacia, efficienza ed economicità»: è la richiesta avanzata da Giuseppe Firrone e Antonino Surace rappresentanti del Forum siciliano per l’acqua ed i beni comuni) al presidente della Settima Commissione Trasparenza del Comune di Caltanissetta, Tilde Falcone e ai sindaci della provincia. Viene chiesta la verifica degli adempimenti contrattuali del gestore idrico della provincia di Caltanissetta, la società Caltaqua.  Firrone e Surace ricordano che 10 anni fa con un referendum quale gli italiani scelsero che la gestione dell’acqua deve essere pubblica e nell’agosto 2015 venne varata la legge regionale 19/15 che all’art.1, senza esitazione, definisce l’acqua «bene comune pubblico non assoggettabile a finalità lucrative». Per gli esponenti del Forum Siciliano per l’acqua «nella provincia di Caltanissetta, la gestione del servizio idrico integrato, è demandata, oramai da quasi 15 anni, ad una società privata che agisce in regime di monopolio, e proprio questa situazione avrebbe dovuto fare discendere tutte le conseguenze previste dalla normativa in fatto di soggetti giuridici che operano in tale contesto. Tra queste, fondamentale è il ruolo che avrebbe dovuto assumere l’Ambito Territoriale Ottimale, ossia quello di ente pubblico demandato ad esercitare il ruolo fondamentale di “azione di vigilanza, verifica e controllo” nei confronti del soggetto gestore privato». Per Surace e Firrone «il commissariamento dell’Ato Cl6, avvenuto ufficiosamente dal 2010 e poi ufficialmente dal 2013, ha portato l’ente ad assumere un ruolo da comprimario e di routine, quasi ad esprimere un “minimo sindacale” nel recepimento delle circolari nazionali e dell’applicazione dell’aumento delle tariffe, inficiando profondamente l’azione di contraltare pubblico della società privata chiamata a gestire il bene primario per la vita delle comunità. L’insediamento, dell’Ambito Territoriale Idrico, avvenuta il 5 dicembre 2019, non ha sicuramente migliorato la questione, ma ha anzi prodotto una duplicazione di enti pubblici di “controllo”, ed una situazione nella quale, in mancanza della liquidazione dell’Ato, quest’ultima continua ad esercitare un ruolo operativo sulla tariffazione e sulla definizione del Piano d’Ambito, relegando l’assembla dei sindaci a comparsa che ancora non ha assunto decisioni importanti a tutela soprattutto degli interessi dei cittadini». «Ad avvalorare le nostre preoccupazioni per una gestione privata della risorsa idrica nel territorio della nostra provincia – concludono i rappresentanti del Forum – permangono le conclusioni alle quali è pervenuta la Commissione tecnica istituita ai sensi dell’art.12 LR.19/15 che, in circa sei mesi di lavoro durante il 2019, ha evidenziato gravi inadempienze contrattuali della società privata, per le quali può essere motivatamente richiesta la rescissione anticipata del contratto. Si può ulteriormente intuire la delicatezza del momento, nel quale la prossima disponibilità di fondi europei, può lasciare spazio ad interessi particolaristici che possono solo essere contrastati dalla massima trasparenza e partecipazione, soprattutto in territori come i nostri endemicamente soggetti a fragilità dettate da interessi illeciti oltre che affaristici».

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button