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Il nuovo ruolo del dott. Arancio nella sanità locale, e quella volta che Pasolini parlò della paura di essere mangiati.

Il mio articolo odierno comincia proprio da una domanda insolita, che forse mai nessuno aveva posto in tali termini prima d’ora.

“Cosa c’entra la paura di essere mangiati, di cui parla Pasolini nel “Il caos”, e il nuovo ruolo che assumerà l’onorevole dott. Arancio nel reparto di psichiatria?”

La psichiatria è sicuramente una scienza, una branca indiscussa della medicina, affascinante e ricca di contenuti estremamente complessi da decifrare e studiare; è, però, anche una possibilità lavorativa da valutare per molti studenti che scelgono di specializzare la propria laurea.

Negli anni la città di Gela, insieme ad altri più piccoli comuni siciliani, ha vissuto il dramma di non possedere dei reparti ospedalieri pronti alle emergenze, capaci di gestire casi e situazioni di gravità complessa; motivo per cui molta gente non “ha preferito”, come molti dicono, ma è stata letteralmente costretta ad avventurarsi in viaggi della speranza al di fuori del proprio comune, o addirittura al di fuori della propria regione.

Nella mia intervista all’onorevole Giuseppe Arancio, a giorni in pensione ma con una nuova prospettiva di lavoro davanti, ho chiesto se il problema della mancanza di personale fosse solo un problema della città di Gela o anche di altri comuni.

I nuovi laureandi preferiscono le città metropolitane rispetto le realtà più contenute come Gela, Niscemi o Butera. Il problema si pone, dunque, anche per tutti quei comuni che pur avendo un certo numero di abitanti, si ritrovano con le porte chiuse in faccia dai reparti essenziali all’assistenza medica. La realtà è molto più drammatica di ciò che appare, e non solo per la condizione dei giovani, ma anche per le opportunità che questa sanità e le università danno di accedere al mondo della medicina”.

E così, come facciamo a conoscere quali aspetti affliggono la condizione del nostro sistema sanitario?

 

Secondo Pier Paolo Pasolini noi conosciamo la realtà delle cose in base al sistema in cui siamo immersi e viviamo. Se conosciamo le caratteristiche di una semplice foglia è perché abbiamo una cultura, una visione e un modo di osservare che ci è dato dalla società.

E’ possibile, quindi, riflettere sul fatto che GELA e la nostra regione SICILIA meritino forse molto di più rispetto a ciò che gli stiamo attribuendo o addirittura augurando per una prossima azione di svolta, anche di stampo politico.

 

Dott. Arancio per quale motivo il posto che lei prenderà come psichiatra al CSM (Centro di Salute Mentale) è stato fino a questo momento vacante?”

La figura dello psichiatra che io ricoprirò non è vuota da qualche giorno o qualche mese; bensì da circa 10 anni, permettendo difatti tutti i disagi che ne conseguono dalla carenza di personale medico per un’area che copre la città di Gela, quella di Butera, Mazzarino e Niscemi

In dieci anni nessuno ha mai osato intervenire a riguardo? Dov’è la denuncia della politica locale sulla situazione sanitaria dei nostri comuni?

Durante la mia carica come segretario della Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanitari della Regione Sicilia, abbiamo più volte denunciato l’accaduto cercando di attirare l’attenzione”

La commissione sanità avrebbe, infatti, portato la causa di fronte l’assessorato regionale della sanità, proponendo di aumentare le borse di studio nei settori di specialistica a livello regionale, e di organizzare le università sulla base di una rotazione di turni per favorire l’accesso a molti più studenti, eliminando il problema dei posti a numero limitato e dei test di ammissione, che ogni anno frenano migliaia di studenti nella realizzazione del loro percorso universitario.

Secondo il Sindacato dei medici dirigenti (ANAAO) e la federazione dei medici di medicina generale all’appello potrebbero mancare oltre i 45.000 medici tra specialisti e medici di famiglia.

Il tutto potrebbe essere dovuto tanto alla mancata erogazione di borse di studio, comunque troppo limitate rispetto il numero di studenti, quanto all’impossibilità di accedere facilmente agli studi, ampliando il fenomeno dei cosiddetti “cervelli in fuga”.

Secondo statistiche recenti, ogni anno in Italia si laureano circa 10.000 medici, distribuiti in vari settori, e principalmente indirizzati al privato rispetto che al pubblico. Non è difficile affermare, difatti, che il settore con più carenza di personale è proprio quello di medicina d’urgenza, come ci fa sapere anche il dottore Arancio:

Sembrerebbe un paradosso, ma solo un ridottissimo numero di medici è disposto a lavorare in pronto soccorso o rianimazione. Sono i reparti che hanno più difficoltà nel reperire personale, ma anche quelli più importanti per far fronte alle emergenze quotidiane

Le statistiche ci parlano infatti di una netta preferenza nei settori privati della dermatologia, oculistica e chirurgia plastica, quest’ultima oggi molto in voga. Mentre la carenza più grande è, invece, avvertita nel reparto di “Anestesia e rianimazione” e “Medicina d’urgenza”.

Tutto il caso dovrebbe spingerci, perciò, ad una dura riflessione a riguardo. In superficie molti di noi ci siamo complimentati con l’umanità del dottore Arancio, ma oltre quest’azione:

… come si muove sul serio il sistema? …

… Cosa spinge un uomo, un medico, a rinunciare al suo pensionamento per prendere un posto che sarebbe dovuto appartenere alle nuove generazioni? …

… Cosa ne pensano i giovani laureati in medicina? …

Ed infine:

I cittadini hanno sul serio paura di essere divorati dal sistema?

<< Quando un giovane, o un anziano molto aggiornato, accusando se stesso e gli altri – fino a ridursi alla disperazione e allo sciopero – dice che non c’è nulla da fare, che il sistema non può fatalmente “non mangiare” dice in realtà: io desidero essere mangiato, sparire. >> Pier Paolo Pasolini

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