Rubriche

«Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua»

Rubrica ad ispirazione cattolica a cura di Totò Sauna

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Mc 6,1-6

Viviamo in una società dove ci piace mettere etichette a tutti. Diamo le patenti dei buoni e dei cattivi a chi ci sta accanto.  Dei simpatici e degli antipatici. Il collega con cui uscire la sera e il collega con cui è meglio starci lontano. Questo perchè una cultura dominante ha messo dentro i nostri cervelli un file di comportamento. Un file che ci dice ciò giusto e ciò che è sbagliato.  Chi frequentare e chi no. Chi sono i buoni e chi sono i cattivi. Se fai qualcosa di diverso da quello previsto vieni escluso, sei malato, ecc.  Un file che ci dice come dobbiamo comportarci in ogni occasione. Come vestire, cosa e come mangiare. Tutto corretto. Ti dice cosa indossare, come salutare. Qual è il rischio. Non vedere l’uomo. Diventa tutto sbagliato quando queste cose  diventano predominanti. Escludono l’uomo. Dentro un vestito c’è un uomo, una persona da amare. Perché facciamo questo? Lo facciamo perché cosi ci viene facile tutto. Incontriamo una persona. Andiamo a controllare i file e vediamo dove è catalogato il tizio. E quindi ci possiamo fermare oppure no, essere simpatici oppure no. Facile dire che il tizio è figlio di marco, di totò. Conosciamo tutti. Almeno, cosi pensiamo. Ma quanto mai? Che ne sappiamo noi dei drammi che sta vivendo quella persona? Dei suoi dolori, dei suoi sogni,delle sue speranze, dei suoi drammi.  Questo  schema presuppone che noi non cambiamo mai. Siamo nati cosi e moriremo cosi. Mamma mia quante corbellerie. E’ più facile fermarsi alle apparenze, all’esteriorità. Non guardiamo il cuore. Ci costa fatica.  Ci viene più facile criticare, catalogare. Totò è cosi. Stop. Ma totò può anche cambiare. Per questi schemi che abbiamo dentro, non è possibile. Gesù rompe questi schemi.. Ci propone la sua Parola,  il suo Vangelo, la buona notizia. Ci invita a vivere una vita vera, non legata agli schemi o alle esteriorità. Ci invita a guardare l’uomo nello suo stato presente, non per quello che è stato, non per quello che mi dice il file. Accogliere il messaggio di Gesù non è facile. E’ più facile  fermarsi all’apparenza. Non andare in profondità. Vivere in un perenne stato di ipocrisia. Ci conviene a tutti. Tutto crolla quando ci succede un fatto che stravolge questo tran tran. Viviamo in attesa di quel fatto. Credetemi è cosi.  Non so di che tipo. Giorni fa ho avuto un piccolo incidente stradale. Ho toccato con mano la mia precarietà. Il mio essere nessuno, niente. Ma Cristo si è presentato in quella occasione. Mi ha parlato. Mi ha messo in luce alcune cose della mia vita che non vanno. Ecco Cristo. Ma noi preferiamo non ascoltarlo. Ci mette in crisi, anzi lo escludiamo dalla vita.” Ma non è il figlio del falegname?”  Gli dicevano i suoi contemporanei. Diciamo cosi anche noi. In altre forme. Non ci piace ascoltare la sua Parola. Ci mette in crisi. Opponiamo resistenza all’ascolto della Parola, ci trinceriamo dietro i nostri possenti pregiudizi. E se abbiamo accolto il Vangelo nella nostra vita, sappiamo quanto sia difficile condividerlo proprio con le persone che amiamo, che ci stanno accanto. Animo, allora, non scoraggiamoci! Anche al Signore è capitato di non essere ascoltato.  Andiamo al Vangelo di Oggi. L’evangelista Marco affronta in poche battute un episodio che deve avere profondamente impressionato la prima comunità.  Gesù sale a Nazareth. La sua città. I suoi amici. Ma, strano a dirsi, il clima non gli è affatto favorevole. I concittadini di Gesù si stupiscono  dalla sua predicazione. Gesù è scosso dalla loro incredulità. Perché tanta incredulità? I parenti di Gesù si fermano alle sue umili origini, alla sua mancanza di titoli, alla sua modesta provenienza. Perché tutti hanno avuto messo il file. E il file gli dice che Cristo non è il Messia. “ Non è il falegname?”  Si Fermano all’esteriorità. Non può essere che lui, il figlio del falegname, sia il Messia, l’Atteso. Ma stiamo scherzando?  Non è possibile. Quante volte che vediamo un collega diverso, un amico con uno sguardo nuovo. Sorridenti, allegri. Diversi. Quando chiediamo cosa è successo,  ci raccontano di avere fatto un’esperienza di Dio. Seria. Vera. Ma, come noi nel file li avevamo inserito tra gli antipatici e questo mi sorridono,che è successo? E’ successo che hanno detto Si al Signore. E quando si dice Si al Signore, si cambia. In meglio. E i file inseriti nel nostro cervello vanno in tilt. Si diventa nuovi. Gesù era il figlio del falegname, di Maria. Per trenta anni ha servito suo padre. Poi, a trent’anni lascia tutto e in tre anni sconvolge il mondo, distrugge tutti i file che abbiamo in testa. Ma non era il  falegname? Ma non fa il vigile urbano. Le etichette. Sempre con le etichette,. Lasciamo le etichette, lasciamo le esteriorità e iniziamo a guardare gli altri attraverso il cuore, con  occhi diversi, gli occhi nuovi. La Chiesa non è la comunità dei perfetti, dei giusti, dei puri, ma dei riconciliati, dei figli. Fatichiamo ad accettarlo, rischiamo di voler correggere il Vangelo perché noi, in fondo in fondo, pensiamo di essere un po’ meglio della gente che critichiamo. Sogno il sogno di Dio: una comunità di persone che si accolgono per ciò che sono, che hanno il coraggio del proprio limite, che non hanno bisogno di umiliare l’altro per sentirsi migliori, che  accettano il loro essere peccatori e da questa consapevolezza iniziare una vita nuova.

Buona Domenica

Totò Sauna

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