Rubriche

Amate i vostri nemici. Pregate per quelli che vi perseguitano

Rubrica di ispirazione religiosa a cura di Totò Sauna

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Matteo 5,38-48

C’è una frase che ci mette in crisi. “ Ma io vi dico”. . Non ci dice che dobbiamo abbandonare la legge vecchia. Lui stesso sottolinea che non deve essere toccato uno iota, Ma rafforza quanto detto prima. Mettendo tutto sotto la sfera della sua Luce. Laluce dell’Amore. Solo attraverso questo ci salviamo mio caro lettore di Lettera G Gesù va nello specifico. Ha paura che travisiamo le sue Parole. I suoi insegnamenti. Allora, ecco ci porta degli esempi concreti. Finora, vi siete comportati cosi, ma se volete essere miei discepoli dovete fare in questo modo. Ci lancia una sfida. La accettiamo la sfida, anche se è dura, difficile. La sfida di non considerare le Beatitudini come pie favolette edificanti. La sfida di leggerle e di meditarle, di farle vita, afflato, desiderio, scommessa. Perché è quella visione ribaltata del mondo in cui Dio diventa il primo ad averci sedotti e spinti a seguirlo, a lasciare ogni rete per dare sapore e luce a ciò che siamo. Perché se il vangelo non cambia la vita, se almeno non la orienta verso l’altrove allora significa che qualcosa non funziona, non scherziamo. Cambia il modo di vedere gli altri e la violenza. Cambia il modo di vedere le donne e il dominio del maschilismo. Cambia il modo di vedere noi stessi, per spingerci verso la più disarmante e disarmata autenticità. Cambia. E continua a cambiare. E se non la fa a cambiarci c’è qualcosa che non va. Diversamente da come appare, la cosiddetta legge del taglione era una forma di giustizia primitiva ma efficace. Una forma di civiltà, in qualche modo, una vendetta proporzionata. Alla vecchia legge del taglione Gesù ne contrappone una inversa: invece della vendetta suggerisce di accettare un altro torto maggiore di quello ricevuto.Gesù esagera. Cogliete il dettaglio: Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, la guancia destra, quindi accetta un manrovescio, più brutale e umiliante del solo schiaffo. A chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello, la sopravveste. Qui Gesù dice di lasciargli anche quello, restando in mutande. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Non dobbiamo prendere alla lettera le parole del Signore, quanto capirne l’intenzione profonda, non occorre presentare materialmente l’altra guancia ai persecutori ma dare possibilità al malvagio di riflettere sui suoi errori. Non si tratta di subire passivamente i soprusi, di rimanere inerti davanti alle ingiustizie ma di rinunciare ad ogni rivincita, anche a qualche diritto pur di cercare di salvare chi ci perseguita. Gesù propone un’ascesi paradossale, che disarma l’avversario. Non ha offerto l’altra guancia quando lo schiaffeggiavano, ma è morto in croce per i suoi assassini. Siamo giunti alla conclusione del capitolo cinque che, partendo dalle Beatitudini, ha poi inteso smentire alcune interpretazioni della Torà portando le norme a compimento. Dopo avere visto l’omicidio, l’adulterio, il divorzio, il giuramento e la non-violenza, Gesù spiega la motivazione per cui scegliere questi atteggiamenti: l’imitazione del Padre che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Gesù punta in alto, rivela che l’uomo porta in sé l’immagine di Dio e questa somiglianza è chiamato a creare per vivere la felicità, la beatitudine. Odiare i nemici non è un’affermazione che si trova nella Bibbia ma, di fatto e ciò che accadeva e accade..Gesù pone un’autentica rivoluzione: invita ad amare i nemici con l’amore che ci proviene da Dio, non per simpatia, non per folle idealità. Ed esemplifica il modo di amare: pregare per quelli che ci perseguitano. E motiva: questo è possibile perché imitiamo l’atteggiamento di Dio che fa piovere sui giusti e i malvagi. E invita noi discepoli a riflettere: in cosa i nostri atteggiamenti son diversi rispetto a chi non crede? L’amore resta un vertice ma corriamo il rischio di interpretarla come se fosse il risultato di uno sforzo. È possibile sforzarsi di amare? Non è solo un sentimento? No, certo, l’amore ha anche una componente di volontà soprattutto nei confronti dei nemici, di chi ci ha fatto del male. Non un amore di affetto, o mieloso, ma una scelta consapevole, dettata dalla nostra vicinanza a Cristo. Questo amore nasce come imitativo. Fare come il Padre. Fare come vuole Gesù. La differenza cristiana esiste. E se non esiste, allora non esiste il cristianesimo. In cosa si differenzia il nostro agire? Spesso è legato solo al buon senso o alla buona educazione. Tempi feroci come quello che viviamo ci obbligano/spingono ad osare molto di più.
Attenzione, però, al doppio rischio: da una parte quello di diventare degli zerbini, farsi asfaltare dagli altri. Dall’altra quello di crescere nell’orgoglio spirituale.

Buona Domenica

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