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Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che cerca di perle preziose; va, vende i suoi averi e la compra

Rubrica di ispirazione cristiana a cura di Totò Sauna

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».     Mt 13, 44-52

 

Nella vita di un cristiano, ci sono dei brani della Parola a cui si è molto legati.  Questo brano di Matteo per me, amici di Visione di Oggi,  è uno di questi.  Mi vedo in questa figura dello contadino,dello zappatore, che lavorando in un terreno scopre un tesoro, lo nasconde, e corre in paese, vende tutto quello che ha, tutto quello che  possiede e va a comprare il terreno. Per tenerselo tutto per sé.  Una parola che rappresenta in pieno cos’è la vita. Uno zappare continuo,Un incessante ricerca di un tesoro che colmi la nostra anima, il nostro spirito., appaghi la nostra fame. Che non è solo quella fisica, magari. Corriamo a destra e manca. Instancabili. Siamo sempre alla ricerca, ma, non sappiamo di cosa. zappiamo di qua, zappiamo di là e ci riscopriamo la sera sempre stanchi, delusi, stressati. A volte ci sembra di avere trovato un tesoro, e apparentemente ne siamo felici. Ma dura poco. Ci eravamo illusi. Le proviamo tutte. Le squadre di calcio, gli idoli dei palcoscenici, gli attori e cantanti,i vari Guru del pensiero, gli amici, le mogli, figli, sacerdoti e santoni vari. Ma ci accorgiamo, toccandoli, che tutti hanno dei difetti. Tutti hanno dei limiti. Tutti sono dei peccatori.  Ma tu ed io,  abbiamo sete e fame di eternità.  Cerchiamo cose che durano in eterno. Che  non cambiano dall’oggi a domani, come le promesse di tanti amici.  Qualche giovane di fronte a questa realtà,  di fronte a questa triste realtà, si racchiude nella droga, nell’alcool. Noi che siamo un po’ più grandicelli, cerchiamo di ricorrere qualche pasticca di qualche medico. Vanno di moda in questo periodo gli antidepressivi.  Appena, ti senti giù di morale, vai con  gli antidepressivi che ci tirano su diceva qualche pubblicità di qualche tempo fa. Questa è la nostra   realtà.  Gesù, con questa parabola, ci rappresenta cosa è la vita. Un continuo cercare. Un continuo zappare. Fino a quanto non troviamo il tesoro. Fino a quanto non troviamo Lui. Mi sembra strano che l’uomo che trova questo tesoro, lo nasconde, dice la parabola. Lo nasconde, cerca di coprirlo dalla vita degli altri, perché ha paura che gli altri  glielo rubino. Ha paura che gli altri possono distruggerlo. E’ geloso di questo tesoro che ha trovato. Corre in città e  vende tutto quello che ha, dice il Vangelo. Non si gira indietro. Non ha ripensamenti. Non ha dubbi. Quello è il tesoro vero. Eterno. Taglia  le fila del suo passato. Taglia i legami con tutto.  E’ un uomo nuovo. E’ un uomo diverso.  Taglia tutto quello che ha, senza nessun tentennamento, perché sa che là c’è la gioia, sa che là c’è la felicità, sa che quello è il vero tesoro. Il  tesoro che lo riempie di gioia e non ha più bisogno di cercare. Non ha più bisogno di zappare e di cercare. E’ felice e si ferma. Noi, invece, cadiamo nel consumismo sfrenato. Avere tutto questo è il nuovo credo. Avere quello che hanno gli altri. Avere per essere. Avere come status symbol. Avere come potenza. Avere per sottomettere. Oppure cadiamo nello stordimento,  il rumore, estraniarsi, staccarsi dagli altri. La necessità di chiudersi nei social. Ci creiamo un  mondo felice. Sereno. Allegro. Dove tutti sono amici. Dove tu ed io  stiamo bene. Ci siamo costruiti un’ isola felice. Lontano dagli altri, ma dove non viviamo la realtà. Dove non viviamo con gli altri. Esistiamo se siamo su fb. Esitiamo s e siamo su whatsapp.Esistiamo per quando like, per quando “mi piace” mettono gli altri. E  se siamo a tavola, ci  estraniamo dal mondo che ci circonda, cliccando  sulla tastiera del nostro  telefonino e alziamo  la testa col sorrisino perché abbiamo  trovato 3000 “mi piace” e siamo disposti a tutto, a tutto fino a perdere la vita come spesso ci raccontano i fatti di cronaca. Preferiamo lo stordimento, il rumore, l’ubriacarci  alle scelte, alla ricerca.  Preferiamo il rumore,lo stordimento per coprire il vuoto che sentiamo in noi. Il senso di scontento, di infelicità che ci portiamo dentro. Non vogliamo più zappare. Zappare richiede fatica, impegno, sudore. Non vogliamo stancarci. Vogliamo le ricette facili. Preconfezionate e pronto all’uso. Non ci vogliamo mettere in discussione. Cerchiamo la via più facile. Confondendo la felicità con una allegria gratuita con sorrisini stampati. Solo zappando ci ritroviamo e troviamo il tesoro, la via della felicità. Solo nel silenzio e nella ricerca troviamo Dio. Nel silenzio ascoltare la voce di Dio , sentire la sua carezza. La vita è una caccia al tesoro, dice Gesù. Ci vuole costanza e fiducia nel cercare, come il mercante, ci vuole passione e curiosità, per lasciarsi incontrare da Dio. Gesù ci presenta l’incontro con Dio come la scoperta di un tesoro, di una perla dal valore inestimabile. Ci provoca dicendo che l’incontro con Dio  è la cosa più bella che ci possa accadere. E giungerà a dire di essere lui, il Signore, più grande della più grande gioia che siamo in grado di vivere . Più degli affetti, delle relazioni, delle legittime gioie che la vita ci regala e che siamo chiamati a vivere per rendere gloria a Dio che ce le dona. Più di tutto. Il contadino giunge alla fede per caso. Ma, scopre una gioia incontenibile, che fa passare in secondo piano tutto il resto, tutto ciò che credeva essenziale.

Dio è gioia, dice Gesù.

Il suo Dio è gioia.

Non quello delle nostre paure, proiezione dei nostri fantasmi. Un Dio accigliato e severo, scostante e bizzarro, incomprensibile e lunatico.

Il suo è il Dio della gioia. Crediamolo. Buona ricerca.

 

Buona Domenica

Totò Sauna

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