Politica

Gran Sicilia contro Massimo Giletti e la trasmissione l’Arena

Il presidente: evidenti complicità degli ospiti Siciliani che partecipano ai salotti di quel programma

In seguito ai ripetuti episodi di disinformazione , che vanno be oltre le detestabili storture della nostra inadeguata, per dirla con garbo, classe dirigente, e alle evidenti complicità degli ospiti Siciliani che partecipano ai salotti di quel programma, Noi di Gran Sicilia riteniamo indispensabile rispondere al nostro senso di non sopportazione verso quella overdose di fango gettata contro una Regione, motivando la risposta con dati precisi.

Ai cittadini Siciliani, al dott. Giletti.

Premessa doverosa; non vogliamo difendere l’indifendibile. Siamo consapevoli delle innumerevoli situazioni di degrado morale ed etico che caratterizzano il nostro quotidiano.

Purtroppo oggi siamo una Regione mantenuta al guinzaglio corto, nella condizione di colonia e i suoi cittadini privati della libertà di decidere. Il clientelismo assurto a sistema, voluto da una classe politica isolana da decenni asservita, per interessi personali, alle regole e alle volontà dei partiti italiani.
L’esempio più eclatante il commissariamento dell’allora Presidente della Regione Siciliana Crocetta ad opera di Renzi con la nomina di Baccei assessore all’Economia.
Di fatto il vero Governatore della Sicilia.
Questo inciso dott. Giletti lo faccia pervenire al sig. Brambilla così da poter verificare lui i risultati di questo commissariamento, dato che il commissariamento era il suo auspicio per il bene della Sicilia.

Vede dott. Giletti, giornalisti più o meno attendibili, o perché poco informati o forse solamente perché molto in malafede, continuano a cavalcare il problema del numero esorbitante dei dipendenti regionali siciliani, come un mantra. Lo pongono ad ogni occasione possibile, sanno di raccontare una falsità, ma continuano imperterriti.

E’ vero cari corregionali, abbiamo molti dipendenti regionali, allo stato circa 14.500 unità di cui moltissimi prossimi alla pensione. La ragione è che in Sicilia questi dipendenti svolgono compiti che in altre regioni svolgono i dipendenti statali.
Inoltre bisogna sapere che lo Stato Italiano ha trasferito alla Regione Siciliana quasi tutte le funzioni e le competenze ad esclusione della Difesa, della rappresentanza Estera e qualche altra cosa, e quindi quelle funzioni che in Lombardia vengono svolte dagli statali, in Sicilia sono svolte dai regionali, come gli addetti ai musei per esempio, alla motorizzazione etc.
Ancora la quasi totalità del sostegno finanziario ai Comuni siciliani ricade sulla amministrazione Regionale come se questa, trattenesse il 100 % delle principali imposte, invece la maggior parte di queste, le trattiene saldamente lo Stato.

Capite perché confrontare il numero di dipendenti della Regione con altre regioni non ha alcun senso? E ancora, è importante sapere che nel rapporto tra dipendenti pubblici e popolazione residente, si scopre che su 20 regioni la Sicilia è al dodicesimo posto.

Allora perché diffondere sistematicamente informazioni farlocche, perché aizzare l’odio nei confronti di questa terra, definita Patria dello scialacquo e dello sperpero ?
Le forti asimmetrie che caratterizzano il nostro tempo permettono questo e tanto altro.

La grande informazione, i grandi gruppi editoriali e le grandi aziende produttrici dell’ agroalimentare sono del Nord Italia ed esercitano uno strapotere sotto ogni profilo nei confronti del Sud e della Sicilia in particolare.

Cari corregionali altra cosa che dovete sapere per difendervi da questi sciacalli della disinformazione è che in Sicilia gli stipendi dei regionali sono pagati essenzialmente dai tributi dei Siciliani stessi, senza gravare sulla finanza e sui conti dello Stato Italiano.
Noi ci sostentiamo, a dire il vero oggi con tanta fatica, con una frazione dell’Irpef e dell’Iva provenienti dal reddito prodotto dai contribuenti Siciliani.
L’unico trasferimento degno di nota da parte dello Stato Italiano è un quarto della spesa corrente sanitaria, quasi interamente annullato dal prelievo dello stato Italiano dal contributo al risanamento della Finanza Pubblica che soltanto dal 2019 è stato stabilito in un miliardo di euro circa.

Ci stordiscono anche con la fantasiosa enumerazione delle migliaia di forestali ( intanto è più corretto definirli operatori e manutentori del territorio e operatori antincendio), è bene chiarire subito che, anche questi sono a spese dei contribuenti Siciliani. Di fatto, se si considerano le giornate lavorative annue, il numero che viene fuori è di circa 4/5 mila unità, certo tanti anche così, e a questo fenomeno dovremo trovare soluzioni.

Crocetta, che Lei ostinatamente continua ad invitare, ha fatto due accordi con lo Stato Italiano rinunciando alla maggior parte di IRPEF e IVA, cioè non solo legittimando il furto che da anni lo Stato perpetra ai danni della Sicilia, ma aumentandone la portata. Lo Stato ha incassato, senza riprendersi alcuna delle funzioni accollate alla Regione Siciliana.
Così facendo ha ottemperato all’ordine impartitogli da Renzi, allora Presidente del Consiglio del Governo Italiano.
Ha regalato allo Stato le entrate naturali della Regione, ha regalato il gettito dei contenziosi davanti alla Corte Costituzionale, ha cancellato, con la scusa dell’entrata in vigore della nuova legge nazionale di contabilità, tutti i residui attivi in cui si vantavano crediti tributari verso lo Stato.
E Lei graziosamente continua a proporcelo nel suo salotto televisivo.

Ancora dott. Giletti sappia che noi “avremmo voluto da sempre provvedere alle nostre spese per mezzo di entrate nostre, sia di carattere patrimoniale che di carattere tributario, sulle quali avremmo potuto anche esercitare una vera e propria politica tributaria del tutto autonoma, quasi alla pari di uno stato sovrano” così almeno nessuno avrebbe potuto accusarci di essere palla al piede di qualcun altro e men che meno di essere parassiti o mantenuti. Con il nostro PIL, anche se oggi è sottostimato, avremmo potuto finanziare uno sviluppo imperioso della nostra Sicilia, dando occupazione alle migliaia di giovani che invece sono costretti oggi, ad abbondonare la Terra in cui sono nati.

Noi di GRAN SICILIA vogliamo andare oltre le logiche della fredda finanza, vogliamo applicare anche alla programmazione regionale i dati BES -Benessere Equo e Sostenibile- . Questi indicatori sullo stato della società siciliana con l’obiettivo di valutare il progresso non soltanto dal punto di vista economico ma anche quello sociale e ambientale.

Enzo Castrenze Cassata
Presidente di Gran Sicilia.

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