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Trainito: “non permetteremo che si muoia di indifferenza”

Il presidente della commissione sanità non accetta la morte dell'ospedale

Gela – La situazione del reparto di ortopedia senza medici, ha fatto scatenare le ‘ire’ politiche del presidente della commissione consiliare sanità, Rosario Trainito che, forte del suo entusiasmo di neofita della politica è intenzionato a creare tutte le condizioni possibili per mettere con le spalle al muro la dirigenza dell’Asp e l’assessorato regionale alla sanità per dare una spinta, ormai improcrastinabile, all’indizione dei concorsi per dirigente medico. “Con l’aiuto de sindaco Greco, del consiglio comunale – dice Trainito – vogliamo porre tutte le condizioni per tentare la carta dei concorsi, l’unica possibile per salvare la vita di una popolazione di 80 mila abitanti che, con i comuni viciniori diventa di 100 mila anime che chiedono aiuto ed assistenza. In questo momento si è verificato l’allarme al reparto di ortopedia dove, i pochi medici in servizio, hanno subito incidenti tali da richiedere assenze giustificate. Vero è che l’amministrazione dell’Asp ha stipulato una convenzione con la Casa di cura Santa Barbare per assicurare l’assistenza, ma non basta a coprire l’arco delle 24 ore. E se si cade di sera? E se c’è l’incidente grave durante la notte che necessita l’intervento immediato? Tutti siamo esposti al rischio. Ho coinvolto il sindaco in questa battaglia di civiltà perchè una città grande come Gela, che serve anche BUtera ed altri comuni del comprensorio, non può essere abbandonata in questo modo. Serve un’accelerata sui concorsi pubblici e chiederemo conto e collaborazione anche e soprattutto all’assessore regionale Ruggero Razza. Lo inviteremo al Consiglio comunale monotematico che rappresenterà un segnale non indifferente che viene dalla popolazione tramite l’organo di rappresentanza. Gela ha bisogno di medici per assicurare un’assistenza di base ai pazienti e non possiamo permettere di rischiare. Per nessuno. Perchè ieri è stata trasferita un’anziana, domani potrebbe essere il turno di un bambino, o di ognuno di noi. E nessun cittadino merita indifferenza”.

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