LA GUERRA AD EST

Ucraina, lo «stallo» dell’Armata russa: perdite, trasporti difficili, scorte

Il lungo serpente militare russo diretto a Kiev ha raggiunto i sobborghi ma gli ucraini hanno iniziato a bersagliarlo. Sviluppo importante. Per gli americani è «in stallo», sempre appesantito dai suoi guai. E questo ha reso ancora più rabbiosa la reazione. Mosca ha scatenato bombardamenti massicci sulle aree abitate, Putin si è tolto i guanti e la pressione sarà sempre più profonda.

La previsione degli analisti e i reparti poco preparati

Tutti gli analisti, o quasi, affermano che il Cremlino ha letto «male» la crisi e nessuno dei generali ha corretto l’errore iniziale. Pensavano a un crollo repentino, dunque hanno schierato una macchina poderosa ma hanno impiegato nelle prime giornate unità miste.
Non c’è stato il colpo di maglio, l’abituale rullo che schiaccia e travolge con la potenza di fuoco. A parte alcune unità di Spetsnaz, «esploratori» e parà c’erano reparti poco preparati alle sorprese riservate dagli ucraini. L’imboscata a Kharkiv e i rovesci sofferti dai team aviotrasportati a Gostomol ne sono l’esempio. Due nidi di resistenza ancora vivi nonostante il martellamento.

La sproporzione di forze tra la Russia e l’Ucraina

L’idea di conquistare intatto il Paese e metterci un fantoccio a governarlo ha trattenuto Mosca dall’usare tutte le sue lance, ora ha iniziato a farlo, con stragi di civili. Da qui il ricorso a missili d’ogni tipo. Ne hanno tirati 450 (cruise, terra-terra, razzi), seguiti dalle bombe a grappolo, dagli ordigni termobarici e dalle cannonate sui palazzi. L’eroismo di chi protegge il proprio Paese da solo non basta a ribaltare una sproporzione di forze evidente. Servirà altro.

I mezzi: tank, lanciamissili, blindati

Lo sforzo logistico per sostenere oltre 180 mila uomini è enorme. Soldati catturati sono apparsi spaesati, affamati, con ordini vaghi. Diversi video hanno mostrato tank, lanciamissili, blindati lasciati intatti. I problemi tecnici sono inevitabili, ne soffrono tutti gli eserciti. Tuttavia qui sono aggravati da ritardi cronici. Un accurato studio ha evidenziato mesi fa punti cruciali.

Due punti cruciali: treni e ostacoli in strada

Primo. L’Armata dipende dai treni, i grandi trasferimenti avvengono solo su linea ferrata. Infatti hanno brigate specializzate. È una tradizione ma anche una necessità legata all’estensione territoriale. In questa missione li hanno impiegati per portare il contingente al confine, poi si sono mossi su assi stradali.
Secondo. Non ha un numero sufficiente di veicoli e unità di supporto. Una differenza abissale rispetto alla Nato. Questo comporta uno stop ogni 36-72 ore (dipende dalle situazioni), sempre che siano in grado di garantire le scorte e i rifornimenti. Le esigenze aumentano se la strada è irta di ostacoli. Cresce l’usura, facile l’avaria. Tanti i corazzati lasciati sulle strade, forse per incapacità nel gestire il recupero. Foto hanno mostrato autobotti russe camuffate da camion normali telonati, questo perché sanno bene che le «cisterne» sono target di alto valore. Gli ucraini sono riusciti a distruggerne diverse.

La reazione dell’Ucraina

Un commentatore ha ricordato che Putin ha sempre innescato azioni contro avversari inferiori nei numeri e non nel coraggio: i ceceni, i georgiani, i siriani. Ora ha trovato gli ucraini, tosti. E forse si è fatto ingannare dal passato. Nel 2014 il livello delle forze di Kiev era carente, ma in seguito hanno riorganizzato le fila, con nuclei territoriali, agili ed esperti.

Le perdite russe

La conseguenza è narrata dalle perdite. Mosca ha ammesso ieri 498 morti e 1.597 feriti; stime statunitensi indicano 1.500-2.000 caduti mentre altre parlano di 4.500-10.000 tra morti e feriti. Per avere dei parametri: gli Usa hanno perso in Afghanistan 2.500 uomini in un ventennio mentre la Russia circa 100 durante la brevissima campagna in Georgia del 2008.

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