Attualita

Sicilia, il grande bluff della cassa integrazione

A chiederla sono state 33mila aziende e 135mila lavoratori. Ma – quando dal via libera del governo centrale alla cassa integrazione in deroga per l’emergenza coronavirus sono passate oltre due settimane – neanche uno degli assegni per la cassa integrazione è partito: effetto di un mancato dialogo fra i sistemi informatici della Regione, che materialmente riceve le domande tramite i Centri per l’impiego, e quelli dell’Inps. “Il problema – specificano dal dipartimento Lavoro di Palazzo d’Orléans – è già stato risolto. In settimana i primi decreti saranno trasmessi all’Inps”.
“Primi assegni a maggio”
Il problema è che a quel punto la macchina burocratica sarà solo partita, e non ancora arrivata a destinazione. L’Inps ha fatto sapere che dal momento in cui le pratiche vengono trasmesse dalla Regione servono 15 giorni perché l’analisi sia completata e dunque perché gli assegni siano materialmente staccati. «Se anche i primi decreti arrivassero subito – avvisa il segretario generale della Cgil Alfio Mannino – le famiglie non riceveranno comunque il denaro prima del 10 maggio». C’è però, almeno sulla carta, una possibilità: grazie all’accordo fra Inps e Abi, le banche possono concedere un anticipo dell’importo della cassa integrazione subito dopo che il decreto è stato trasmesso dalla Regione all’Inps. Al momento, però, non si sblocca neanche questa voce.
In campo la task force

Alla Regione, intanto, si cerca di recuperare il tempo perduto: all’ufficio regionale del Lavoro è stata istituita una task force di 138 uomini che si occuperà di queste pratiche. «Secondo i nostri calcoli – prosegue Mannino – bastano pochi minuti per smaltire le pratiche di aziende con meno di cinque dipendenti, mentre per le società oltre quella soglia ne servono circa venti. Ogni giorno si possono smaltire circa le pratiche di 3mila imprese». Il conto, dunque, è presto fatto: per smaltire tutto l’arretrato – e se non dovessero arrivare altre domande, mentre l’Inps stimava alla fine del mese scorso altri 70mila lavoratori da assistere – servirebbero undici giorni. Undici giorni lavorativi: «A questo punto – avvisa Mannino – è necessario fare in modo che si lavori a queste pratiche anche il sabato e la domenica. Siamo arrivati a questo punto perché l’ufficio del Lavoro è stato smantellato nel corso degli anni. Così ci siamo ridotti a partire una settimana dopo tutte le altre regioni». E secondo la Uil le misure non bastano neanche: «La cassa integrazione in deroga in Sicilia – ha affermato il segretario generale Claudio Barone durante il confronto di ieri mattina fra governo e sindacati sulle misure per l’economia introdotte nella Finanziaria – ha interessato il doppio dei lavoratori rispetto alla Lombardia. Le nostre famiglie sono monoreddito, per questo chiediamo che la Regione integri il provvedimento portando la cassa integrazione straordinaria dall’80 al 100 per cento».
Metalmeccanici in attesa
I lavoratori che attendono la cassa integrazione in deroga, però, non sono gli unici che non riescono ad ottenere gli assegni. Da qualche giorno, infatti, a sollevare l’allarme per i metalmeccanici in cassa integrazione ordinaria è la Fiom Cgil: «Solo in provincia di Palermo – avvisa il segretario, Francesco Foti – ci sono 4.550 lavoratori che attendono gli assegni. Ci era stato garantito che i pagamenti sarebbero arrivati già a partire da mercoledì scorso, e invece a quanto pare c’è un problema all’Inps». Con una conseguenza pratica immediata: «Le aziende più grandi, come la Fincantieri o la Kone – specifica Foti – hanno la forza per anticipare i pagamenti ai loro dipendenti e poi rifarsi con l’Inps. Quelle più piccole, incluse aziende medie come la Omer di Carini, cioè la quasi totalità, hanno invece chiesto all’Inps di pagare direttamente». Migliaia di famiglie, dunque, attendono i soldi: “Fra l’altro – denuncia il segretario della Fiom – in questo caso è capitato anche che le banche abbiano rifiutato l’anticipo perché non c’è ancora il via libera».(R
epubblica)

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button