Attualita

Se n’è andato l’ “Ammiraglio” della sanità di Gela

Gela – Il dott. Girolamo Agati, grande e grosso, coriaceo e dal cuore tenero se n’è andato. A ‘spingerlo’ nel mare del mondo di là il coronavirus contro cui ha combattuto per 20 giorni. Fino a ieri era lucido ma stamattina ha reso l’anima a Dio, in  quello stesso ospedale per il quale ha combattuto come un leone per decenni. Momy, così lo chiamavano simpaticamente gli amici, si era laureato in medicina presso l’Università di Catania, nel 1957. Aveva completato il suo corso di studi conseguendo sue specializzazioni: una in otorinolaringoiatria ed un’altra in anestesia. All’inzio degli anni ’60 cominciò a lavorare presso l’ospedale ubicato nella vecchia sede di via Senatore Damaggio e poi nel nuovo ospedale Vittorio Emanuele dove divenne primario del reparto di otorino indicato come l”americano’ perchè si distingueva per organizzazione e pulizia rispetto al resto dei reparti. La storia dell’ospedale di Gela si contraddistingue per la precarietà, oggi come allora. E in questo clima che la politica l’ha sempre voluto cancellare come al tempo in cui venne fuori il progetto Prometeo che indicava un ospedale comprensoriale distante da Gela. Qui si innestò l’azione del primario che nel frattempo divenne direttore sanitario e che si battè come un leone per la promozione ad Azienda ospedaliera. La sua azione incisiva però, veniva guardata con occhio torvo dai soliti nemici della città: abbondavano lettere e denunce che portavano agli avvisi di garanzia. Intelligenza superiore alla media, il dott. Agati, non usava nascondere le notifiche che mostrava, senza timore alcuno, ai giornalisti. “Che mi faranno mai…” – commentava – scrivi, figlia mia, scrivi pure. Non ho niente da nascondere”. Chi vive immerso nella grandezza del mare non ha lo sguardo limitato. Ed era così che viveva Momy Agati: medico per professione e marinaio per passione; lo sguardo aperto proiettato nell’orizzonte che non finisce. Nell’azzurro del mare si perdevano le scaramucce di cui era bersaglio. E’ stato elemento attivo anche al Club Nautico che viveva , fra gli anni 70 e 90, i suoi massimi splendori. Uno dei fondatori del premio ‘Timone d’argento’ ancora oggi fiore all’occhiello del club , Festa dell’ammiraglio e la competizione sportiva ‘Formula uno del mare’. Fondatore della Tavola di Licata dei Fratelli della Costa ancora esistenti.  Dal pensionamento che risale al 1995, la sua passione è straripata fra i flutti delle onde. Andava in barca fino a tre anni or sono. Poi le condizioni del porto e l’età avanzata l’hanno fermato. Il suo cuore ha cessato di battere stamattina alle 8.30 all’età di 89 anni. Con lui se ne va un ammiraglio della sanità di Gela, esposta costantemente a fortunali che la sbattono fra le rocce. Chi la difenderà?

Marito esemplare e padre presente, è stato un faro per i suoi figli Olindo, Ruggero e Gabriella e nipoti e per la Gela perbene. Le esequie si terranno domani alle 16,30 nella chiesa dedicata a Sant’Antonio.

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button