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S. O. S. ospedale: “la commissione ha preso l’impegno, adesso la deputazione faccia la sua parte”

Gela – All’indomani dell’audizione effettuata all’ospedale “Gravina” di Caltagirone, il Comitato “SOS Vittorio Emanuele III”, ha immediatamente richiesto la stessa attenzione per il presidio di Gela, inoltrando per tempo richiesta di essere parimenti ascoltato dalla stessa Commissione regionale alla sanità, in occasione della seduta straordinaria convocata dalla Presidente La Rocca Ruvolo e puntualmente tenutasi nella mattinata di mercoledì 30 giugno. “Non avendo ottenuto risposta alla nostra istanza – dicono i coordinatori del Comitato S O S ospedale, Franco Tilaro, Luciana Carfì e Filippo  – non abbiamo ritenuto opportuno presentarci, ma rimaniamo fiduciosi che la VI Commissione permanente all’Ars, alla prima occasione utile, si renderà disponibile a riceverci e valutare le nostre richieste.

Naturalmente, non possiamo che ritenerci soddisfatti innanzi alla circostanza che ha visto il Parlamento siciliano, attraverso la sua Commissione al ramo, indirizzare finalmente la sua attenzione ad una struttura ospedaliera come il “Vittorio Emanuele III” (ed al comprensorio di riferimento), constatandone – contestualmente oltre che di conseguenza – lo stato comatoso in cui versa e che, fino a mercoledì mattina, era sottaciuto, ignorato, per non dire negato, da tutti.

Molto grave reputiamo, per contro, l’assenza del Governo regionale, presente invece con l’Assessore regionale alla sanità, Ruggiero Razza, nell’audizione svoltasi all’ospedale di Caltagirone, dove peraltro lo stesso non ha lesinato difficoltà alcuna nell’assumersi impegni ben precisi davanti al sindaco calatino di “Diventera Bellissima”, Gino Ioppolo. Nel caso di Gela, l’assessore Razza ha preferito invece demandare all’Asp, confondendo così facendo i ruoli di controllato e controllore. Il che non lascia intendere, francamente, nulla di positivo. Allo stesso modo, riteniamo biasimevole non aver consentito per motivi di spazio ad associazioni e sindacati di presenziare e partecipare, in una seduta peraltro aperta alla stampa.

Sicché, dalle immagini televisive dei tg locali e dai resoconti giornalistici apprendiamo che la Direzione generale strategica dell’Asp CL ha esposto, attraverso delle slides, quanto fino ad oggi ha programmato e fatto per sopperire alle inefficienze ormai croniche della nostra struttura ospedaliera, sostenendo che un notevole impegno è stato profuso per sopperire alle mancanze di personale. A tal proposito, ci sembra opportuno però fare una precisazione: assumere in piena emergenza sanitaria è cosa ben diversa da una attenta programmazione del personale necessario per rendere efficiente un ospedale nella totalità della sua pianta organica. Le procedure di un reclutamento non possono che derivare da un progetto serio e circostanziato per un ospedale “Dea” Livello I.

Dato che non eravamo presenti, abbiamo altresì appreso dai media delle belle intenzioni inerenti la costruzione di un nuovo policlinico tra Caltanissetta e Enna, cosa che potrebbe preludere all’accorpamento degli ospedali di Gela e Caltagirone. Potremmo essere mai contrari? La minima “condicio sine qua non”, ovviamente, è che l’Ospedale di Gela funga da capofila. Siamo compiaciuti, in definitiva, che finalmente si sia inaugurato una sorta di “anno zero” dell’Ospedale di Gela: adesso, infatti, tutti sono consapevoli del disastro creato negli ultimi 12 anni di mala gestione, da quando abbiamo perso l’autonomia ospedaliera e siamo stati accorpati all’Asp nissena. E’ un dato di fatto inoppugnabile. Nessuno, compresa la commissione regionale, potrà astenersi a questo punto dall’intervenire per invertire la decadenza. Attendiamo, allora, con ansia di conoscere dai deputati regionali e gli altri politici presenti, come intendono procedere adesso che … tutti sanno”. 

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