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‘Marina di Gela’: iniziativa da elogiare ma irrealizzabile

Gela -“Mai il porto rifugio potrà essere modificato in “Marina” che non è un nome di una bella donna ma significa “Porto Turistico”, “Porto per Diportisti”, mancano tutte le condizioni tecniche-scientifiche-economiche e sociali.

L’iniziativa di Gianfranco Caccamo è da elogiare, sono concorde pure per la gestione del porto turistico privato da parte degli imprenditori che parteciperanno al progetto per un periodo di 33 anni, io sarei pure interessato a partecipare, se ci fossero le condizioni.

Analizzare l’iniziativa e la sua fattibilità senza particolari entusiasmi, riassumendo il mio studio, sperando che venga smentito con Business Plan, o con indagini preliminari. Sviluppare un progetto su carta è facile, il difficile è applicare le leggi, le norme i regolamenti, i benefici, i vincoli. Occorre almeno analizzare le indagini preliminari, senza questo strumento, non è progetto è politica. Sono certo che Gianfranco Caccamo il responsabile di Sicindustria non cadrà nel tranello di propaganda del sindaco.

Negli ultimi trent’ anni si è assistito ad una crescita impetuosa della nautica turistica e di porti turistici attrezzati, in Italia effettivamente c’è una carenza di posti per la nautica da diporto, che non è solo opera a mare ma anche e soprattutto opere a terra.

Pianificare la portualità turistica significa prefigurare un assetto territoriale e integrarlo con l’entroterra, studiare la concorrenza. La domanda è, perchè, i diportisti con un marina attrezzato a Licata (850 posti barca) e uno a Ragusa (800 posti barca) devono scegliere Gela, si ricorda che la distanza ottimale tra un marina e l’altro è 50 miglia (1 miglio 1852 metri), il nostro ancora una volta, non può che essere utilizzato per porto di ancoraggio o approdo di fortuna, troppo vicino alla concorrenza e troppo piccolo (“400 posti barca”) per essere scelto. Per non prolungarmi il marina di Gela non avrebbe gli spazi a terra per hotel, campi da tennis, aria rifornimenti, centri commerciali, aree di svago e socializzazione,  spazi per capannoni e officine di riparazione. Inoltre mai potrebbero convivere nello stesso specchio d’acqua nautica da diporto e da pesca.

In più occasioni i vari pescatori mi hanno chiesto di intervenire,” il porto è abbandonato dalle istituzioni ” mi dicono, aggiungo dai sopralluoghi effettuati e anche trasformato in pattumiera da voi che dovreste avere l’interesse almeno della pulizia e decoro (nello specchio d’acqua galleggia di tutto!), inoltre i vari comitati in cui non conosco i soci e presidenti oltre alle polemiche, al cercare di denigrare gli onorevoli di Palermo non riescono a creare nulla, non riescono ad essere procreativi, ed essere imprenditori, ad essere intelligenti.

Ancora una volta il sindaco è quello sbagliato non classificabile in tema di infrastrutture e finanziamenti.

Concludo. Sono certo, per il bene di Gela, che gli esperti tecnici di Roma incaricati alla stesura del progetto molto più preparati del sottoscritto mi smentiranno e riusciranno a rendere l’opera esecutiva e superare per numeri di approdi Licata e Ragusa (concorrenza diretta)”. Francesco Agati

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