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Lettera in redazione: “l’ospedale di Gela come bomba ad orologeria”

I metodi e l'organizzazione potrebbero creare un pericoloso focolaio

Gela – Centro CoVid-19. Ma l’ospedale di Gela è veramente sicuro? Se lo chiede il personale sanitario che vive tutti i giorni quella difficile realtà. C’è chi, attraverso i sindacati di categoria si rivolge al Prefetto e chi medita di rivolgersi ad avvocati e Procura della Repubblica. Con occhio vigile si guarda ai metodi di protezione per sé stessi e per le persone sane che frequentano il presidio sanitario. Tantopiù da quando al primo piano ci sono i pazienti risultati positivi al tampone e ricoverati. E si alza il grido di allarme dall’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela. Ci giungono notizie precise secondo le quali vengono ricoverate nello stesso reparto persone Covid19 positive e pazienti in attesa dell’ esito di tamponi, col rischio che persone che entrano sane in ospedale possano infettarsi durante la degenza. Ecco il contenuto dell’ennesima nota di parenti di pazienti:

“Quello che abbiamo visto all’ospedale di Gela – scrivono le famiglie che si sono rivolte alla nostra redazione,  Migliore e Tuccio – è contrario a qualsiasi direttiva sanitaria che ritiene l’isolamento l’unico modo per bloccare l’epidemia. I medici entrano ed escono dalle stanze dei positivi a quelle della persone ricoverate per altre patologie. In questo modo potrebbe scoppiare la bomba del contagio. Inoltre non sono stati individuati percorsi separati tra i pazienti infetti e gli altri. Non è possibile creare un reparto covid19 senza aver emanato nessun protocollo di comportamento e lasciando il tutto al fai-da-te. A che punto sono arrivati i lavori in malattie Infettive? E i DPI ci sono? La radiologia che esegue gli esami ai pazienti sospetti non è in condizioni di essere disinfettata immediatamente per cui se fa un esame rimane bloccata per ore e ore.

Non ci sono le minime condizioni per evitare la possibilità di contagio. Vorremmo delle risposte chiare per poter fronteggiare il rischio che l’ospedale possa diventare l”epicentro dell’epidemia a Gela”.

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