Attualita

La città si sveglia e non fa sconti sull’acqua

Nasce un movimento spontaneo di 5000 persone

Gela – Anni di siccità, servizi giornalistici nazionali e locali, il peso delle casse trasportate a mano su e giù per le scale; il peso economico che grava sempre più sulle magre economie della famiglia; i rubinetti a secco un  giorno si e l’altro pure e soprattutto l’ultimo conguaglio ha fatto saltare i nervi ai gelesi. Il popolo mite che ha sempre subìto le angherie dei suoi stessi rappresentanti, si sta svegliando. E’ un movimento spontaneo quello che nasce dai social e sta raggiungendo numeri importanti: nessun politico dietro, solo cittadini stanchi di subire soprusi. sono già 5000 persone che parlano su facebook, si consultano e meditano di uscire allo scoperto. E così che nasce la rivoluzione? Questo si vedrà; di fatto è venuto fuori un fenomeno inusitato ai gelesi che dormono il sonno dei gattopardi e che assistono da secoli, inermi ai cambiamenti che non cambiano nulla. Sono stati i loro rappresentanti istituzionali, in barba al referendum, a consegnare un’intera provincia in mano a società che, in nome di una distribuzione faticosa, hanno fatto passare il concetto che l’acqua si compra. Ma l’acqua è un bene che esiste in natura. Si usa, si sporca, si rigenera e si torna ad usare in base ad un ciclo naturale inventato da menti superiori. Le menti umane però hanno inventato un metodo per metterci le mani sopra e, solo per aprire e chiudere i rubinetti e lasciare scorrere le gocce, fanno pagare cifre esorbitanti per un servizio scadente e per nulla aderente alle condizioni del contratto. Nel contratto firmato nel 2010 si legge che le società di gestione si impegnano a distribuire acqua potabile 24 ore su 24. I gelesi non ricevono acqua potabile 24 ore su ventiquattro. L’acqua potabile alla sorgente, si sporca passando per la rete idrica vecchia e bucata. Si perde anche e si contamina con l’acqua di fogna che arriva fino a noi. I politici sapevano, magari non pensavano che l’eccezione di un anno sarebbe divenuta regola, ma sapevano. Hanno contrattato il cambio con i posti di lavoro e basta andare negli uffici per riconoscere i parenti di quanti si sono candidati e il gioco è fatto. Tanto pagano i cittadini. Pagano la distribuzione ( attenti l’acqua non si paga!) e poi pagano l’acqua da bere e per cucinare.  Nel passato ci sono state associazioni a garanzia del diritto all’acqua pubblica. Un pò per pubblicità, un pò per indifferenza non hanno avuto grande successo. Lo stesso sindaco Greco nel 2012 ha dato vita e presieduto un’associazione di questo tipo, ma alle riunioni non si presentavano i cittadini. Adesso per i gelesi la misura è colma. Sono bastate le ultime bollette stratosferiche per far prendere coscienza di un sopruso senza precedenti: i conguagli poi, sono sempre a sfavore dei cittadini che pagano senza posa. E nasce il gruppo intenzionato a lottare. Guai a sfidare l’ira del popolo. Tremino quanti vogliono cavalcare la tigre: si prepara la lotta.

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