Attualita

La chiesa evangelica dice ‘NO’ al DDL sull’omofobia

Gela – Le teorie gender vanno avanti: le pubblicità sono invase da messaggi non subliminali ma chiari; film canzoni e perfino giocattoli con caratteristiche ‘Trans’ per abituare i bambini a questi nuove abitudini, le leggi in favore delle Lgbt sono già in Parlamento; le parole mamma e papà sono al bando; anche il linguaggio sembra dover cambiare per evitare di urtare la sensibilità delle nuove istanze ‘senza sesso certo’. I pastori delle chiese evangeliche di Gela, Giuseppe Giardino, Giuseppe La Spina, Fiorella Gitana, Davide Giambra, Rosa Radicia, Rosario Scontrino, Enzo Motta, Nuccio Iozza, Maurizio Rizzo, non ci stanno a restare con le mani in mano di fronte allo scempio della società liquida.

Hanno organizzato per domani, sabato 18 luglio dalle 19.00 alle 20.00, in Piazza Umberto 1°, un sit-in per esprimere il loro dissenso alla proposta di legge in discussione in Parlamento che prevedono di punire (anche
con la reclusione) atti di discriminazione o di istigazione alla discriminazione motivati da omofobia
o transfobia. Non parleranno; si presenteranno con delle bende in bocca per palesare il disagio che sentono  “La mobilitazione, che nasce dal basso, intende fare luce e contestare l’istituzione di un nuovo reato, quello di omofobia appunto – scrivono i pastori –  che non viene definito dal legislatore, lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno tutti coloro che promuovono il diritto naturale di
ogni bambino ad avere un padre e una madre o, più semplicemente, che si riconoscono nel principio
dell’identità sessuata biologica e non in quello della variegata identità di genere che, basandosi
sull’autopercezione, comprende oltre 50 definizioni. I rischi concreti di una limitazione delle libertà sono evidenti:
– In caso di approvazione del testo sarà possibile per chi gestisce una palestra vietare agli
uomini l’ingresso nello spogliatoio delle donne quand’anche si presenti un uomo che tale non
si sente?
– Sarà possibile per un genitore chiedere che il figlio non partecipi ad attività scolastiche
inerenti temi sensibili sulla sessualità e la famiglia?
– Sarà ancora possibile per un ministro di culto insegnare la visione cristiana del matrimonio?
Sarà libero un fotografo o un pasticcere di non prestare la propria opera per festeggiare una
unione civile?
– Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio o dirsi
contrari alle adozioni omo-genitoriali?
– Sarà possibile associarsi o far parte di associazioni che promuovono l’insopprimibile diritto di
un bambino ad avere un papà e una mamma?
Per tutte queste domande il ddl sull’omofobia ha una sola risposta, NO.
Nel nostro ordinamento non c’è alcun vuoto normativo che non consenta di reprimere e sanzionare
atti discriminatori o violenti contro le persone di orientamento omosessuale: la pari dignità di tutti i
cittadini è infatti riconosciuta pienamente dall’articolo 3 della Costituzione e il codice penale
prevede le aggravanti per futili motivi, ove necessarie per inasprire le pene nei confronti di chi si
rende responsabile di queste violenze e discriminazioni.
La maggioranza di governo sta quindi portando avanti un testo inutile, pericoloso e liberticida, che
intende tra l’altro discutere e approvare nel bel mezzo della crisi economica, sociale ed
occupazionale più grave della storia della nostra Repubblica, con milioni di famiglie ed imprese in
enorme difficoltà e con un’incertezza ancor più grande che grava sul mondo della scuola.
Per tutti questi motivi chiederemo il ritiro immediato del ddl Zan, che rischia di strappare ancora di
più il tessuto sociale del nostro Paese.
Le mobilitazioni sono aperte a tutti i cittadini che hanno a cuore la democrazia e la libera espressione
del pensiero, a prescindere dal loro credo religioso e orientamento politico”.

 

 

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