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I tagli delle famiglie colpite dai rincari: “Addio alla palestra e agli abbonamenti tv

“L’unico lusso che ancora mi concedo è la partita del Palermo, ma anche lì ho dovuto risparmiare sull’abbonamento, dalla gradinata sono retrocesso in curva. Mi sono convinto che è un po’ come tornare giovane e mi sono rimasti in tasca 140 euro”.

Giovanni Vitale ha due figli di 16 e 13 anni, è un dipendente di una partecipata del Comune. Sua moglie è una collaboratrice part time in un laboratorio di analisi mediche. In casa entrano ogni mese 2.200 euro. “Fino all’anno scorso facendo gli acrobati riuscivamo a far quadrare il bilancio familiare senza dover rinunciare a qualche comodità – racconta Giovanni a fine turno con ancora la tuta da lavoro addosso – Ora il mio sport principale è il “rescindi contratto” con il mouse: addio abbonamenti tv e bentornati canali in chiaro, addio palestra e si va a correre tutti insieme la domenica, addio parrucchieri e tagli alla moda. Ci pensa la mamma che è pure brava”.

Non ha perso il sorriso Giovanni anche se gli aumenti dei prezzi negli ultimi mesi lo stanno mettendo all’angolo. “Ogni sera prego che la salute ci assista, che non ci sia bisogno di cure mediche urgenti altrimenti non saprei cosa fare, non posso certo contare sui tempi della sanità pubblica se ho bisogno di una visita specialistica. In un anno abbiamo speso circa tremila euro in più rispetto al 2021”.Il record di inflazione a Palermo colpisce le famiglie ma anche gli anziani che vivono con pensioni sotto i mille euro. Salvo Gugliotta e sua moglie Ines non hanno problemi di abbonamenti da disdire: 82 anni lui e più o meno la stessa età lei (ma portati benissimo…) sono appena usciti dal supermercato Lidl di via Roma. “Prima andavamo al mercato al Capo ma ora i prezzi più convenienti sono qui al discount – ammette Ines – Il problema è che se non vieni la mattina le cose migliori spariscono. Carne e verdura non hanno la stessa qualità ma possiamo permetterci solo queste”. Si ritengono fortunati “perché abbiamo la casa di proprietà e nessun debito da pagare – dice Salvo – L’unico dispiacere è non poter più far felici i nipoti con la mancetta settimanale”.

Non se la passano meglio gli studenti universitari fuori sede: con il nuovo anno accademico alle porte è partita la corsa agli alloggi e gli aumenti rispetto al 2021 sono di almeno 50 euro al mese per i più fortunati. “Dipende dal tipo di contratto che si stipula con il padrone di casa. Se è un “tutto compreso”, con luce e gas pagati da lui i prezzi sono raddoppiati fino a 550 euro per una singola – commenta Manfredi Sanfilippo, nisseno al terzo anno di ingegneria – Altrimenti per sopravvivere bisogna aumentare il numero degli inquilini per appartamento. Solo così si possono affrontare i rincari di luce e gas”.

Per gli universitari fuori sede il sistema per difendersi dall’esplosione dei prezzi è mangiare in mensa, comprare birra e alcolici nei discount e organizzare serate a casa. “Limito le uscite al mercoledì quando alcuni locali della movida praticano prezzi universitari – dice il futuro ingegnere – altrimenti una birra media a 6 euro è inaffrontabile”.

Capitolo single con un posto di lavoro: è vero che non hanno le spese di una famiglia, che non hanno gli extra costi degli studenti fuori sede o degli anziani. Ma sono soli contro l’aumento dei prezzi. “Ho dovuto rinunciare alla donna di servizio, veniva una volta alla settimana. Ho cominciato a cucinare perché non posso più mangiare fuori ogni sera. Ho dovuto imparare a stirarmi le camicie – racconta Federico, 29 anni, avvocato – Lavoro 12 ore al giorno, molti clienti non ce la fanno a pagarmi, pratico da due anni e ho visto il mese scorso il primo pagamento del gratuito patrocinio. Ho scelto di essere single per godermi la vita, ma per adesso riesco a mala pena a pagare le bollette dell’Enel”.

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